Gli Stati Uniti dâEuropa sembrano una rotta irreversibile con la scomparsa degli ultimi brandelli di sovranitĂ . Questo lo scenario delineato da Marco Mori, avvocato di CasaPound e autore del libro âLa morte della Repubblicaâ, ospite dellâundicesima puntata di âTesta o Croceâ. money.it
Mori da diversi anni sostiene lâincompatibilitĂ tra trattati europei e Costituzione. Fortemente contrario allâeuro, ha anche intrapreso la via giudiziaria per denunciare in passato alcune alte cariche dello Stato per le cessioni di sovranitĂ .
La retromarcia dei partiti anti-euro
âAbbiamo visto in alcuni Paesi partiti anti-euro che, una volta arrivati al governo, hanno notevolmente ammorbidito le loro posizioni. Le spiegazioni di questa retromarcia possono essere due. O lâobiettivo iniziale dei vertici di certe forze politiche era quello di disattivare il dissenso e portarlo nella direzione che volevano i grandi gruppi finanziari internazionali, ossia verso gli Stati Uniti dâEuropa, oppure, senza ricorrere al complottismo, si sono accorti dellâimpossibilitĂ di uscire dallâUe senza mettere anche in discussione lâideologia liberista e lâinterconnessione economica tra le nazioni che per definizione esclude le stesse sovranitĂ nazionali.
Il potere dei grandi gruppi economici, quando diventano transnazionali, diventa un potere politico vero e proprio, specie se gestisce settori indispensabili della vita di un Paese. Se questo non viene messo in discussione non si potrĂ riscattare la nostra sovranitĂ e indipendenza. Le associazioni di categoria dellâalta finanza, i gruppi di incontro come la commissione trilaterale, teorizzavano in modo chiaro lâevaporazione del potere dello Stato ad opera dellâinterconnessione economica: senza quel potere lâeconomia non può essere controllata e disciplinata.â
âLa rotta verso gli Stati Uniti dâEuropa è chiarissima e lâho rintracciata in programmi elettorali e di governo, in alcuni documenti ufficiali, nel discorso di Macron alla Sorbona, nella proposta di Schultz nella âpoliteiaâ di Savona inviata Bruxelles in cui si chiedeva lâunione politica dellâEuropa.
LâausteritĂ era il mezzo per raggiungere un fine ben preciso. Fallito il tentativo di costituzione europea, da quel momento in poi è stata utilizzata lâausteritĂ con forza dirompente per fare in modo che la crisi fiaccasse la resistenza dei popoli in modo da accettare nuove cessioni di sovranitĂ . Monti nel 2011 disse in modo palese: âle crisi servono a fare passi avanti nellâEuropaâ. Senza crisi conclamata questo non può esserci. Il fine è quello di sopprimere di fatto le sovranitĂ degli stati nazionali. Ă tutto scritto nei programmi. Weidmann, successore di Draghi, si è detto disponibilissimo a far diventare la Bce prestatrice di ultima istanza, ma in cambio della cessione di ogni tipo di sovranitĂ nazionale.â
LâEuropa della finanza
Non câè piĂš un pluralismo politico, il programma del Pd è speculare a quello della Lega Nord o dei Cinque Stelle. Vogliono la Bce prestatrice illimitata, la fine della sovranitĂ italiana con gli Stati Uniti dâEuropa, andando contro alla definitiva forma repubblicana sancita dallâart. 139 della nostra Costituzione. Nessuno mette in discussione lâindipendenza della Bce che invece sarebbe lâaspetto chiave. La Bce ha infatti unâautonomia totale su cosa finanziare della spesa pubblica degli Stati e potrĂ scegliere se continuare a farlo oppure no.
Ogni legge necessita di copertura finanziaria, dunque chi legifera davvero non sono i Parlamenti, ma la Bce. Non stiamo andando incontro a unâEuropa democratica, ma verso quellâincubo segnalato negli anni â50 da Lelio Basso che aveva prefigurato una Ue lontana dal sogno di libertĂ e prosperitĂ del continente, permeata invece dal trionfo della finanza anglo-americana utilizzata in chiave antisovietica. CosĂŹ come oggi si agisce in contrapposizione con Russia e Cina. Se il futuro è quello di andare in conflitto con queste realtĂ , temo per la sopravvivenza della nostra specie perchĂŠ rischiamo moltissimo. Ho sentito Mattarella dire che sarebbe importante arrivare allâunione politica dellâEuropa per sconfiggere economicamente Russia e Cina. Invece che pensare alla cooperazione e alla solidarietĂ internazionale, pensiamo ad abbattere qualcuno e diventare piĂš ricchi impoverendo qualcun altro: posizioni pericolose che possono portare anche alla guerra.
Il liberismo porta al conflitto
Lâuscita dallâEuro è indispensabile ma è solo uno degli strumenti di un ordinamento giuridico dal quale bisogna assolutamente uscire, rappresentato dallâUnione Europea. Bisogna mettere fine al modello economico globale di carattere liberista. La conferenza di Bretton Woods segnò il trionfo di questa ideologia, con la bocciature delle proposte di Keynes: passò la proposta americana del predominio del dollaro. I problemi sono cominciati in quel momento. Bisognerebbe riprendere la linea di Keynes, lâItalia deve riscattare la propria indipendenza e chiedere che venga rivisto a livello internazionale il modello super-capitalista, destinato ad un sicuro fallimento come ci insegna la storia.
La seconda guerra mondiale fu infatti la conseguenza delle politiche liberiste, con una povertĂ insostenibile che favorĂŹ la crescita di partiti totalitari. Lâinterconnessione economica non porta alla pace ma allâesatto contrario. Keynes, nel suo modello, voleva le sanzioni per gli stati esportatori che invece avrebbero dovuto concentrarsi sulla domanda interna. La corsa al ribasso del costo dei vari beni è folle, porta semplicemente al conflitto, ad esacerbare gli animi tra le varie nazioni. E questo dipende dal modello economico.
Cedere sovranità è un reato
âLe cessioni di sovranitĂ nazionale non sono solo un illecito costituzionale ma anche un reato penale. Il nostro codice punisce infatti la compressione dellâindipendenza nazionale. Lâart. 243 c.p. prevede la fattispecie di atti ostili contro la personalitĂ giuridica del Paese reato punibile fino allâergastolo.
Senza sovranitĂ non si può parlare di Stato e siamo fuori dalla legalitĂ . Le mie denunce contro quelle cariche istituzionali responsabili della cessione di sovranitĂ sono state alcune archiviate ed altre non considerate notizie di reato. Interessante però quanto riconosciuto dal gip del tribunale di Cassino che pur archiviando ha sancito lâesistenza di un reato nella cessione di sovranitĂ . La politica è disattivata, mentre la magistratura è lâultimo potere indipendente in grado di poter ancora stoppare gli Stati Uniti dâEuropaâ.
Dipendenti dalla Bce
âCon gli Stati Uniti dâEuropa probabilmente ci sarĂ il contentino di una migliore situazione economica, la sofferenza diffusa di oggi faciliterĂ inevitabilmente ulteriori cessioni di sovranitĂ . In questo scenario anche lâItalia non sarebbe piĂš uno Stato nonostante quanto sancito dallâart. 1 della nostra Costituzione in cui si dice: âla sovranitĂ appartiene al popoloâ.
La differenza tra limitare e cedere è netta. Quando abbiamo perso la sovranitĂ economica e monetaria non abbiamo contenuto un nostro potere lo abbiamo letteralmente ceduto ad un altro soggetto perdendo completamente indipendenza. Guarda caso quellâindipendenza attribuita alla Bce in materia monetaria di fatto siamo noi dipendenti di essa, e questo confligge anche con lâart. 47 della Costituzione che afferma: âla Repubblica disciplina, coordina e controlla il creditoâ, norma che rende incompatibile qualunque banca centrale indipendente.
Lâemissione monetaria pura e semplice deve essere controllata dalla democrazia, ma negli anni è stata demonizzata perchĂŠ è passato il messaggio di una moneta creata ed utilizzata in malo modo. Ă fuorviante pensare che lâautoritĂ indipendente sia superiore ad una democrazia quando invece fa solo i suoi interessi: di sovrani illuminati, nella storia, se ne sono visti pochi. Occorrono sistemi di controllo democratico che indirizzino lâegoismo individuale verso lâinteresse collettivo.
Câè una vecchia dichiarazione di Soros che sintetizza il problema dei problemi della societĂ attuale: ânon mi interessa delle conseguenze sociali delle mie azioni, agisco per profittoâ. Che lo dica un privato va bene, ma spetta allo Stato vigilare affinchĂŠ lâiniziativa privata non leda lâinteresse collettivoâ.
