Una settantina di profughi accolti nell’ex Caserme Damiano Chiesa in via Fersina sono in rivolta.In questo momento tengono sotto sequestro, contro la loro volontà , tutti gli operatori del turno di notte che stavano staccando dal lavoro per andare a casa. Nessuno può entrare e nessuno può uscire.
Sul posto gli operatori della questura che hanno iniziato una lunga trattativa con i richiedenti asilo che sono saliti sul filo spinato che in certi casi è stato anche abbattuto.
Chiedono maggiore libertà , più soldi e velocità nel riconoscimento dello status di profughi, e vogliono essere ospitati all’interno di abitazioni e appartamenti invece che in una residenza collettiva come quella allestita dalla Provincia nell’ex caserma dell’esercito. Molte le lamentele anche per il cibo che dicono non adeguato e scadente. I manifestanti inoltre chiedono stanze singole, infatti non vogliono vivere in 4 per ogni stanza ma dormire da soli. I cancelli del centro di accoglienza sono stati chiusi e a tutti è vietato di entrare.
I manifestanti sono una cinquantina. La protesta è cominciata questa mattina alle 7.00 con l’impossibilità per persone esterne di entrare nell’area.
All’interno è presente una persona malata che ha bisogno di cure, i poliziotti stanno cercando di trattare per farla uscire dalla struttura. Ci sono stati anche momenti di grande nervosismo fra i profughi e i fotografi. I migranti infatti no vogliono essere ripresi e minacciano denunce per la violazione della privacy.
La questura verso le 9.30 ha forzato il blocco dei migranti ed è entrata nella struttura tranciando il lucchetto del portone messo per chiudersi dentro dai manifestanti. Sono stati chiamati un interprete per sentire le ragioni della protesta. I poliziotti stanno parlando con i profughi. Nel frattempo tutto il personale del cinformi e i volontari sono stati liberati e posso girare liberamente per la struttura.

