Minniti: lavori socialmente utili per richiedenti asilo, con ipotesi retribuzione

Migranti, si cambia: “Chi chiede asilo dovrĂ  lavorare, servizi socialmente utili in cambio dello status di rifugiato”. Sembra rivoluzionario (ma non lo è)  il piano che il ministro dell’Interno Marco Minniti intende presentare al Parlamento mercoledì, come anticipano alcuni quotidiani. E nella “svolta” del Viminale, oltre all’integrazione attraverso il lavoro e stage in azienda, sono previste le parole-chiave espulsioni e accelerazione nei rimpatri.

La novitĂ : lavoro per ottenere lo status – Il nuovo piano sull’immigrazione sarĂ  presentato dal ministro Minniti mercoledì alla Commissione Affari costituzionali, nell’ambito di un progetto che coinvolge Regioni e Comuni. La maggiore novitĂ  è quella che prevede la possibilitĂ  che i richiedenti asilo vengano impiegati in lavori socialmente utili, non su base volontaria, ma un obbligo perchĂ© la pratica vada a buon fine. Convenzioni anche con aziende per gli stage.

Il permesso provvisorio – A due mesi dall’arrivo, l’immigrato riceverĂ  un permesso provvisorio, in attesa che la sua identitĂ  sia verificata. Così il richiedente asilo finirĂ  in uno Sprar e il sindaco del comune ospitante offrirĂ  opportunitĂ  di lavori socialmente utili. L’intento del ministro è far andare questo sistema a regime, in modo che, modificando l’attuale normativa, il lavoro diventi un requisito obbligatorio. C’è da superare, però, l’ipotesi retribuzione, che al momento rappresenta uno scoglio.

I precedenti

In provincia di Padova un sindaco si è illuso di mettere al lavoro i “profughi” per pulire i parchi pubblici, ma il giorno prefissato per il primo appuntamento… non si è presentato nessuno (alla faccia dell’integrazione…). Si trattava di un lavoro semplice e poco faticoso, ma i migranti, che vivono sulle colline in una enorme villa con parco e piscina, hanno preferito eclissarsi senza dare spiegazioni