Il giudice italiano della Corte Penale Internazionale, Salvatore Aitala, che aveva spiccato dall’Aja il mandato di cattura per il presidente russo Vladimir Putin, è stato condannato in contumacia assieme ad altri suoi colleghi dal tribunale di Mosca a 15 anni di carcere, per aver “perseguito persone innocenti” e per “tentata violenza contro persone che godono di protezione internazionale”.
Nel giorno in cui l’Ue decide il congelamento degli asset russi, arriva la notizia della condanna di Aitala, riportata dai quotidiani Avvenire e Il Fatto Quotidiano.
Immediato il commento della Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati: “Auspichiamo – si legge in una nota dell’Anm – che il governo italiano chieda immediatamente spiegazioni al governo russo sulle circostanze che hanno portato il giudice Aitala a essere condannato in contumacia dal tribunale di Mosca. Aitala lavora per la Corte Penale Internazionale, un organismo che è nato in Italia, a Roma, e che rappresenta un baluardo del diritto a livello mondiale“.
“Ci auguriamo – conclude l’Anm – che l’appartenenza di Aitala a questo organismo non sia divenuto un pretesto per esercitare un’odiosa forma di ritorsione della Russia nei confronti suoi e del nostro Paese“.
Il 21 maggio 2023 l’Ufficio investigativo presso la Procura generale russa aveva incriminato in contumacia i giudici della Cpi. All’epoca l’Ufficio investigativo russo, che aveva anche diffuso foto segnaletiche dei giudici, tra cui anche quella di Aitala, affisse come “ricercati”, aveva scritto che la decisione di emettere il mandato era stata “consapevolmente illegale” e si qualificava come “l’accusa penale di una persona notoriamente innocente, unita all’accusa illegittima di una persona di un reato particolarmente grave, nonchĂ© alla preparazione di un attacco a un capo di uno Stato estero che gode di protezione internazionale, con lo scopo di complicare le relazioni internazionali”.
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