Alla Scala la prima volta del russo Sostakovic, Mattarella non ci sarà

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“Non è un atto di coraggio, ma un atto dovuto” aprire la stagione lirica della Scala il prossimo 7 dicembre con Una Lady Macbeth del distretto di Mcesk di Dmitrij Sostakovic, secondo Riccardo Chailly, che per l’ultima volta da direttore musicale salirà sul podio della serata inaugurale.

E’ “un atto dovuto – ha spiegato alla presentazione della Prima – a un gigante del ‘900 e a un’opera che ha sofferto tanto e ha bisogno di recuperare il tempo perso”.

Il lavoro, scritto da Sostakovic a 26 anni nel 1934, ebbe immediato successo fino a quando nel 1936 la vide Stalin, che lasciò il teatro dopo il primo atto. Il giorno seguente uscì una recensione sulla Pravda che la definì caos. Che sia stata la musica di Sostakovic, o forse il tema (una donna oppressa che cerca la libertà avvelenando il suocero con i funghi, uccidendo con l’amante un marito che non ama, poi confessa il delitto a una polizia corrotta in cerca di mazzette e finisce quindi in Siberia) o probabilmente entrambe a indispettire Stalin non si sa. Di certo l’opera per anni non è più andata in scena in Unione Sovietica e lo stesso Sostakovic ne ha poi realizzato una versione ‘edulcorata’, intitolata Katerina Izmailova, andata in scena nel 1962.

Per il terzo anno consecutivo però non ci sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che il teatro spera di poter comunque ospitare durante l’anno e non dovrebbero arrivare nemmeno la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente del Senato Ignazio La Russa mentre è confermata la presenza del ministro della Cultura Alessandro Giuli. ANSA

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