In una scuola elementare di Firenze, i genitori degli alunni di una classe hanno deciso di tenere a casa i loro figli per due giorni perché un loro compagno, arrivato da poco nel gruppo, sarebbe “agitato, a volte anche aggressivo” e metterebbe in difficoltà i compagni con i suoi comportamenti: si parla di “calci alle maestre, sgambetti e spintoni ai compagni, fughe dalla classe”. Insomma, un bambino che i genitori degli altri ragazzini definiscono problematico, che avrebbe provocato serie difficoltà in classe e gravi “problemi alla didattica”, con un rallentamento nel programma di studi.
I genitori chiariscono che non si tratta di un’iniziativa “contro di lui, ma di una richiesta d’aiuto. Per lui e per i nostri figli”. L’allievo si è infatti ritrovato per due giorni solo tra i banchi: nessun altro a fargli compagnia, a parte le insegnanti.
I genitori: “Chiediamo un intervento”
A raccontare la vicenda è la “Nazione”, spiegando che il bambino è arrivato solo da due mesi a Firenze insieme alla famiglia. Una mamma spiega che la scelta è stata presa per avere risposte dai dirigenti scolastici e per chiedere un intervento. “Pensiamo che quel bambino vada aiutato – spiega – e non possono pensarci le maestre da sole. Sarebbe chiedere troppo”.
La preside: “Cerchiamo una soluzione”
Alle domande di chiarimento sulla situazione, la preside resta sul vago ma assicura che “stiamo cercando una soluzione per la garanzia di tutti i bambini”. Si ipotizza, ad esempio, la possibilità di una maestra in più che segua la classe a partire dalla prossima settimana. Non si tratterebbe di un’insegnante di sostegno, servizio che si attiva in presenza di una particolare condizione o patologia di un allievo, ma di un ulteriore supporto alla classe.
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