Dopo anni di moratorie e stop, l’Italia riaccende i motori della ricerca di idrocarburi
Dopo l’estate sono state assegnate oltre trenta licenze per nuove esplorazioni di petrolio e gas: si scaverĂ in Basilicata, Lombardia, Emilia-Romagna, Puglia e Campania, e offshore tra Adriatico, Ionio e Canale di Sicilia. La ripartenza arriva dopo l’annullamento del Pitesai da parte del Tar Lazio, che aveva di fatto congelato il settore. L’obiettivo del governo: recuperare produzione nazionale di gas e petrolio, accorciare le filiere e rafforzare la sicurezza energetica.
pitesai
Shell vede nell’Italia il potenziale piĂą alto d’Europa. “L’Italia ha un grande potenziale di risorse naturali, un sistema energetico maturo, un tessuto industriale competitivo e capitale umano qualificato. Oggi investiamo circa 500 milioni all’anno, ma saremo pronti a fare di piĂą. Ma servono un’azione di governo ambiziosa e un quadro regolatorio chiaro e stabile” ha spiegato JoĂŁo Santos Rosa, ceo di Shell Italia E&P. Il gruppo è presente in Basilicata nei due principali giacimenti onshore d’Europa: Val d’Agri (39%, operatore Eni al 61%) e Tempa Rossa (25%, operatore Total al 50% con Mitsui al 25%).
Energean punta a crescere su Vega (davanti a Pozzallo) con tre nuovi pozzi e a riattivare 1-2 nuovi pozzi su Rospo in Adriatico. “Potrebbero triplicare la produzione con le infrastrutture giĂ esistenti” spiega il ceo Mathios Rigas. La societĂ ha inoltre chiesto licenze esplorative nel Mar Ionio, a ridosso delle acque greche dove giĂ detiene un permesso ritenuto promettente. “Sappiamo che ci sono resistenze a livello di politica locale, ma Croazia e Grecia sono molto attive”, aggiunge Rigas.
Operazione gas relase
Il governo Meloni intanto ragiona su una “gas release”: permessi più veloci alle aziende in cambio di metano a prezzi sotto mercato destinato agli energivori. Il fabbisogno disponibile oggi sarebbe intorno a 0,5 miliardi di metri cubi, a fronte di una produzione nazionale annua di circa 3 miliardi di m³. Il meccanismo sarebbe complementare all’Energy Release 2.0 (elettricità rinnovabile a 65 €/MWh per le imprese), già avviato dal Mase.
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