Delitto Garlasco, nuovo testimone: “lo scontrino non è dei Sempio”

Sempio

di Francesca Galici – Nella riapertura del caso di Garlasco sull’omicidio di Chiara Poggi sembra essere stato messo un altro elemento che avvalora la testi dell’attuale procura di Pavia, secondo la quale potrebbe esserci una verità alternativa a quella passata in giudicato, che vede Alberto Stasi unico colpevole di omicidio. Una persona si sarebbe presentata al Comando provinciale dei Carabinieri di Moscova, a Milano, riferendo che l’ormai celebre scontrino del parcheggio di Vigevano non può essere ricondotto né a Sempio e né ai suoi genitori.

L’uomo avrebbe spiegato in modo articolato la sua versione, e anche documentato quanto dichiarato, il tutto senza esitare nel suo racconto. I carabinieri l’hanno ritenuto credibile, tanto che la sua testimonianza è stata trasmessa alla procura di Pavia che sta conducendo il caso, e sono stati avviati i riscontri per verificare questa versione. Lo scontrino è da sempre al centro del caso, soprattutto quando si parla di Sempio: emerge per la prima volta nel 2008, quando l’allora ventenne viene interrogato dai carabinieri per la prima volta. Le modalità di consegna sono contraddittorie ma, stando a quanto dice l’indagato, l’esistenza di questo ticket, conservato con cura dalla madre, è emersa durante l’interrogatorio quando i militari gli avrebbero poi detto di tornare a casa a prenderlo.

Da allora è considerato l’alibi di Sempio perché lo collocherebbe a Vigevano, quindi lontano dalla scena del crimine, tra le 10.18 e le 11.18. L’indagato ha sempre raccontato di essere andato quel lunedì mattina in libreria per acquistare un volume ma di averla trovata chiusa. Sua madre racconta di essere tornata a casa quella mattina alle 9.50 dopo alcune commissioni e di aver consegnato le chiavi a suo figlio, che si trovava in casa col papà. Quindi, a quell’ora Sempio sarebbe uscito per andare a Vigevano, ma sul quel tagliando del parcheggio, pagato un euro per un’ora, non c’è un numero di targa che lo associa inequivocabilmente alla sua macchina. E non ci sono nemmeno altri riscontri che possano collocare con certezza Sempio a Vigevano in quel lasso temporale che, nel 2008, era ancora quello presunto di morte di Chiara Poggi. Solo successivamente l’orario è stato anticipato tra le 9.12 e le 9.35.

Ne abbiamo cannata una però, che io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, e tu hai detto che l’abbiamo ritrovato prima“, sono le parole di Sempio in un’intercettazione con suo padre in auto dopo l’interrogatorio. Ci sono poi le parole di Fabrizio Gallo, avvocato di Massimo Lovati, che è stato sollevato dall’incarico di difensore di Sempio, il quale ha sostenuto in tv che “se lui continua a usare quello scontrino va contro un muro: se non si trova il riscontro esterno è carta straccia. Lo scontrino è falso”.

L’amico storico di Sempio, Roberto Freddi, in un’intervista tv ha invece dichiarato: “Possibile che non lo capisce nessuno? Non è un alibi, è un indizio”. Allo stato attuale è impossibile determinare la validità dello scontrino, che però è oggetto di indagini tradizionali da mesi da parte dei carabinieri, che ora hanno una nuova testimonianza su cui lavorare. Dagli ambienti investigativi non trapela nulla, impossibile sapere altro su questa testimonianza e sul suo autore. Tutto è stato secretato. Però esiste ed è un nuovo elemento sul quale Pavia sta lavorando.

“Non commento un’indiscrezione di stampa, sottolineando che non sarebbe la prima volta che la reazione all’indiscrezione viene a compromettere la posizione del proprio assistito”, ha dichiarato l’avvocato Liborio Cataliotti, sopraggiunto nella difesa di Sempio dopo la revoca del mandato di Massimo Lovati. “Io commento gli atti processuali, non posso commentare un articolo di stampa, quando vedrò questo verbale di sommarie informazioni potrò commentarlo per smentirlo o avvaloralo”, ha concluso il legale.

Durante la diretta di Mattino5, Federica Panicucci ha intervistato l’avvocato Fabrizio Gallo, legale di Lovati, chiedendo conto di un’indiscrezione avuta sul fatto che questo testimone potesse essere “una persona molto vicina a Sempio, tanto vicina da poter essere un familiare?”. La risposta di Gallo è stata un detto-non-detto che lascia aperta questa ipotesi: “Può essere”. Secondo Panicucci, il testimone “potrebbe essere un familiare che sa, conosce delle cose, che magari la famiglia si è confidata, con qu esto familiare che ora teme di essere implicato.
Ve la butto lì, può essere un familiare al quale sono stati chiesti dei soldi e magari a questo familiare è stato detto ‘servono per questo motivo’ e oggi ha paura di essere anche lui indagato per corruzione, magari”.
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