di Felice Manti – L’ex ministro Roberto Speranza ha mentito ai pm sul piano pandemico. Non furono Cts – comitato tecnico scientifico – e task force a decidere sulla mancata applicazione – scelta che sarebbe costata migliaia di morti, secondo gli esperti – ma la scelta fu «politica».
Dalle ultime audizioni in commissione Covid emergono nuovi retroscena che riscrivono la storia della pandemia e la sua tragicomica gestione.
Dai verbali delle audizioni in commissione Covid dell’ex direttore generale del ministero della Salute Giuseppe Ruocco e dell’ex comandante dei Nas generale Adelmo Lusi (recentemente desecretati) emerge che la scelta di non avvalersi del Piano pandemico del 2006, mai colpevolmente aggiornato dai ministri della Salute succeduti a Francesco Storace, fu presa dal governo, nonostante il parere contrario di alcuni scienziati.
Incalzato dal presidente della commissione Covid Marco Lisei (Fdi) sulle discussioni dentro la task force, Lusi è netto: «Io ricordo che del Piano pandemico ne ha accennato una prima volta in una delle prime riunioni il professor Giuseppe Ippolito – che ha sempre sostenuto la tesi che andasse usato – successivamente – qualche giorno dopo, due o tre giorni dopo – ne ha parlato il dottor Francesco Paolo Maraglino, […]che aveva anche lui suggerito di adottare questo piano».
E ancora: «Io non la ricordo questa discussione – continua Lusi – però credo che il direttore generale della prevenzione, che all’epoca si chiamava forse Claudio D’Amario, aveva assicurato che ci avrebbero messo le mani a breve, a giorni. Non ci fu una discussione, che io ricordi, in maniera ampia e diffusa. Ricordo i due accenni, quello del professor Ippolito sicuramente e quello di Maraglino».
L’ex dg della Salute Ruocco, incalzato da Lisei, conferma tutto: «Il ministro dice: “Come ho già detto, si è trattata di una valutazione e decisione dei tecnici di riferimento della task force e poi del Cts”. Lei mi dice che non se ne è parlato, capisce che c’è qualcosa che non quadra? Lui parla di una valutazione e una decisione. Voi avete valutato e deciso di non applicare il piano pandemico del 2006. Io le leggo quello che ha detto il ministro», chiede il presidente della commissione, l’ex manager ammette e sconfessa Speranza:
«Io non ricordo una discussione ampia su questo tema. […]È chiaro che se si fosse dovuto applicare il Piano, l’attuazione era in capo al direttore generale, ma non credo che il direttore generale l’avrebbe fatta senza sentire il ministro per una cosa così importante».
Ruocco aggiunge dunque un dettaglio importante alle dichiarazioni rilasciate dall’ex dg della Programmazione Andrea Urbani in commissione Covid rispondendo alle domande del capogruppo Fdi alla Camera Galeazzo Bignami: «È stato valutato non applicabile, ma non da me, nel senso che non avevo la competenza per valutarne l’applicabilità; era la direzione generale della Prevenzione del ministero della Salute, in presenza di una possibile pandemia, a scegliere la cassetta degli attrezzi». Tanto che, la deputata meloniana Alice Buonguerrieri, tra le più combattive e presenti in commissione, prende la parola per rimarcare la risposta di Ruocco, «giusto perché resti agli atti»:
«Il segretario generale nominato dal ministro Speranza ha appena sconfessato il ministro Speranza perché le dichiarazioni messe a verbale dal ministro Speranza si riferiscono in maniera chiara al lavoro, alle decisioni e alle discussioni in task force e Cts e il segretario generale dice che “almeno a quello che ricordo io”, ma era presente, “ciò non è mai successo”».
Se le cose stanno così, come dicono Lusi, Ippolito, Maraglino e D’Amario, cioè bisognava rifarsi al Piano pandemico 2006; e se come riferisce Ruocco, l’applicazione del piano pandemico del 2006 spettava a D’Amario, ma D’Amario non poteva decidere una cosa così importante senza l’input di Speranza, fu Speranza a bloccare l’attivazione del piano pandemico 2006? E perché, come emerge dalle audizioni di Lusi e di Ruocco, davanti ai pm di Bergamo Speranza
scaricò su task force e Cts la decisione di non applicare il piano pandemico quando sia l’ex comandante dei Nas, sia l’ex segretario generale del ministero della Salute confermano che non ci fu una discussione ampia sul tema?
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