Milano, Sala regala una nuova sede al Leoncavallo. E’ rivolta: “indecenza, porcata”

Sala: 'Le mie mani sono pulite'

Il Comune di Milano a trazione Pd sta per donare al Leoncavallo uno spazio pubblico in zona Porto di Mare, periferia Sud-Est della città, dopo lo sgombero della scorsa settimana dei locali occupati in via Watteau. E le opposizioni di centrodestra si scatenano, parlando di “schiaffo” ai cittadini.

L’amministrazione guidata dal sindaco Beppe Sala ha avviato una procedura pubblica “per raccogliere manifestazioni di interesse relative alla riqualificazione degli immobili compresi nell’ambito di rinnovamento urbano della zona di Porto di Mare, con particolare riferimento alla zona di via San Dionigi”, a poche centinaia di metri dalla storica Abbazia di Chiaravalle. E’ il bando a cui guarda l’Associazione Mamme Antifasciste del Leoncavallo che aveva manifestato in passato il suo interesse per la concessione d’uso dell’immobile.

“La Giunta ha approvato oggi le linee di indirizzo per l’avvio dell’iter che nelle prossime settimane proseguirà con la pubblicazione di un avviso finalizzato alla presentazione delle proposte progettuali – si legge in una nota di Palazzo Marino -. Alla scadenza dei termini, le proposte pervenute saranno valutate dall’Amministrazione comunale e, se ritenute idonee e coerenti con le finalità dell’avviso, costituiranno le linee guida per il bando pubblico”.

Il Comune spiega che “i proponenti potranno presentare progetti che prevedano la destinazione degli ambiti di proprietà comunale a finalità di interesse pubblico e collettivo, a servizi e proposte che favoriscano un’ampia fruizione da parte di cittadini del quartiere e non solo, la realizzazione di progetti socioculturali quali, per esempio, iniziative legate all’inclusione, alla promozione delle relazioni, sociali e culturali, attività formative ed eventi, mostre, spettacoli ed esposizioni che trattino anche tematiche di accoglienza e sportivo/ricreative”. Progetti che “dovranno essere corredati da un piano economico-finanziario, comprensivo della pianificazione di tutti gli interventi di riqualificazione previsti”.

Una delibera giudicata “un’indecenza inaccettabile!” dalla consigliera comunale Silvia Sardone, vicesegretaria federale della Lega, e dal collega Samuele Piscina, segretario provinviale del Carroccio. “Una porcata che Beppe Sala e la sinistra hanno confezionato ad hoc per assegnare una nuova casa ai delinquenti del centro sociale. Per Pd e compagni, insomma, chi ha occupato abusivamente per anni, spacciato droga pubblicizzando la festa della semina della marijuana, tolto il sonno ai residenti di Greco, incassato enormi guadagni da concerti ed eventi senza scontrini e attaccato più volte le forze dell’ordine merita questo enorme premio dal Comune”.

Quanto è ampia la voragine fiscale scavata dal Leoncavallo negli ultimi trent’anni? Tanto, troppo

“L’assurdo – proseguono – è che il sindaco Sala si spende in ogni modo per i centri sociali, ma non muove un dito per le famiglie senza casa per i cantieri bloccati dopo lo scandalo urbanistica e, in questo stesso periodo, mette in difficoltà le sedi delle ambulanze non rinnovando gli affitti. Senza contare che il Leoncavallo deve ancora 3 milioni di euro al Viminale e ha pesanti arretrati della Tari verso il Comune che superano il milione di euro. Con questi presupposti, il centro sociale non potrebbe neanche partecipare a un bando pubblico. L’escamotage è stato trovato dal centro sociale e dal Comune facendo partecipare, al posto dell’associazione Mamme del Leoncavallo, la Fondazione Leoncavallo. Insomma, un nuovo soggetto prestanome, a primo impatto incensurato, dietro al quale si celano i leoncavallini. In pratica è la stessa scelta assurda fatta per il Lambretta”.

“Per Beppe Sala il Leoncavallo ha un valore storico da tutelare, ma di cosa parla? In quel luogo di storico ci sono solo le attività di spaccio durante gli eventi e le feste per legalizzare la cannabis. Questo è il vero volto della sinistra: succubi dei centri sociali, pronti ad aiutare i delinquenti e indifferenti verso realtà meritevoli e cittadini comuni. Ci opporremo con forza a questa nuova vergogna! Come Lega stiamo ottimizzando l’esposto che presenteremo alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti”, concludono i due leghisti.

Fa loro eco Francesco Rocca, consigliere comunale di FdI: “La volontà di legalizzare il Leoncavallo in una proprietà comunale è uno schiaffo ai cittadini. La Giunta Sala e la sinistra milanese continuano a fregarsene delle reali esigenze della città e del territorio”.

“Destinare un capannone di proprietà comunale in via San Dionigi – conclude Rocca – evidenzia inoltre il fatto che il sindaco e la sua Giunta non conoscono i quartieri. L’immobile di via San Dionigi si trova in mezzo a due grandi parchi riqualificati e ben frequentati dopo anni di illegalità e degrado, incastrato tra attività produttive e associative presenti da tempo nel quartiere, a pochi metri dall’Abbazia di Chiaravalle, luogo sacro e storico che necessita rispetto e cura, dal già problematico quartiere Corvetto e dalla stazione di Rogoredo, ancora via vai di disperati che comprano e consumano droga tra Milano e San Donato”. Il capannone, rileva l’esponente di Fd’I, “ospita inoltre una colonia felina curata da volontari. Il Sindaco vuole sfrattare pure loro? Un dovere morale opporsi a questa scelta scellerata e irrispettosa nei confronti dei milanesi”.
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