La legge islamica si fa spazio in Europa: un tribunale austriaco autorizza l’uso della Sharia islamica nei contratti
Un recente pronunciamento di un tribunale austriaco ha destato scalpore e preoccupazione: è stata infatti autorizzata la possibilità di stipulare contratti privati regolati dalla legge islamica (Sharia), purché entrambe le parti vi acconsentano. Una decisione che, a prima vista, potrebbe sembrare un atto di rispetto verso la libertà religiosa e culturale delle comunità islamiche presenti in Europa. Ma in realtà nasconde una questione ben più profonda e delicata: la compatibilità tra i principi della Sharia e i valori giuridici e costituzionali europei.
Il cuore del problema: un diritto parallelo
Il diritto europeo si fonda su alcuni capisaldi irrinunciabili: uguaglianza tra uomo e donna, laicità dello Stato, tutela dei diritti individuali. La Sharia, invece, contiene prescrizioni che in molti casi confliggono apertamente con questi principi: basti pensare alla disparità tra maschio e femmina nell’eredità, nella testimonianza processuale, o alla subordinazione della donna in materia familiare.privati
Se un tribunale europeo accetta la validità di contratti regolati da un sistema normativo religioso che contrasta con i diritti fondamentali, si apre la porta a un fenomeno inquietante: la nascita di uno Stato parallelo islamico dentro l’ordinamento europeo. Non più una sola legge per tutti, ma regimi giuridici differenziati a seconda della comunità di appartenenza.
Un precedente pericoloso
Il caso austriaco non è isolato. Già in Gran Bretagna, alcuni “Sharia councils” hanno ottenuto, nel corso degli anni, una sorta di riconoscimento informale nella gestione di controversie matrimoniali e patrimoniali tra musulmani. Ogni passo in questa direzione indebolisce il principio fondamentale dello Stato di diritto: la legge è uguale per tutti.
Accettare che esistano zone del diritto dove valgono regole diverse significa minare dall’interno l’unità del sistema giuridico e aprire la strada a comunità chiuse, autoreferenziali, difficilmente integrabili.
Europa al bivio
L’Europa si trova dunque a un bivio cruciale. Da un lato, la necessità di rispettare le libertà religiose e culturali; dall’altro, la difesa di quei valori che costituiscono la nostra identità: la dignità della persona, la parità dei sessi, la supremazia del diritto civile sul religioso.
Consentire alla Sharia di regolare contratti privati significa accettare una frattura interna che può trasformarsi in un boomerang culturale e politico. Non è integrazione, ma segregazione mascherata da libertà.
Il tramonto dei valori europei?
L’episodio austriaco deve essere letto come un campanello d’allarme: l’Europa rischia di smarrire se stessa se non riafferma con chiarezza i propri principi. La convivenza è possibile solo se vi è una base comune di valori e di legge. Altrimenti, la tolleranza diventa debolezza, e la pluralità si trasforma in frammentazione.
La domanda che resta aperta è dunque drammatica: l’Europa sarà ancora capace di difendere la propria identità giuridica e culturale, o sta già scivolando verso un tramonto silenzioso?
Liliane Tami – www.ticinolive.ch
Il commento di Silvia Sardone