TORINO, 25 GIU – Non fare indossare la mascherina alla mamma, non conservare campioni di sangue o Dna del neonato, nessun vaccino e nessun tampone senza consenso esplicito dei genitori: in caso di violazione scatterà un’azione legale per danni che potranno arrivare fino a 100mila euro.
Sono di questo tenore le “Diffide Culla”, come lei stessa le ha chiamate, che una avvocata di Mantova ha inviato a numerosi ospedali italiani per conto di coppie in attesa di un bimbo. La civilista, Camilla Signorini, ora è stata denunciata a Torino e in altre sei procure per decisione della Società italiana di neonatologia.
Con la querela si chiede ai magistrati di valutare se emergono i reati di esercizio abusivo di una professione, truffa, pubblicazione di notizie false e tendenziose, procurato allarme. Una di queste “Diffide Culla”, come si è appreso in ambienti giudiziari subalpini, è giunta all’ospedale Sant’Anna di Torino per conto di una coppia di italiani residenti in città. Il lungo elenco di “divieti” impartiti dall’avvocata, secondo i denuncianti, sottintende delle “inesattezze” e delle “criticità” che, oltre a presentare in maniera alterata la realtà degli ospedali, e sono in contrasto con gli obblighi dei medici. (ANSA)
Vaccinazioni, strumento malthusiano della tecnocrazia. PIAZZA LIBERTA’