Le intercettazioni dei servizi segreti a Luca Casarini e Giuseppe Caccia, attivisti della Ong Mediterranea
di Domenico Di Sanzo – Mentre Elly Schlein insiste con la parola d’ordine di un Pd «testardamente unitario», le intercettazioni alle Ong disposte ai tempi del secondo governo di Giuseppe Conte, fanno deflagrare la tensione sopìta tra l’ex premier e la minoranza dem. Ad assestare il primo colpo è la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, sempre più punta di sfondamento dei riformisti. L’esponente del Pd interviene su X, dove condivide il titolo di un articolo apparso su La Repubblica di ieri dal titolo: «Paragon, parla Conte: Feci spiare Casarini ma non i giornalisti».
Nella ricostruzione si dà conto di un’intervista di Conte a Fanpage, in cui il leader del M5s conferma di aver autorizzato, nel 2019 da presidente del Consiglio con deleghe sull’intelligence, intercettazioni dei servizi segreti a Luca Casarini e Giuseppe Caccia, attivisti della Ong Mediterranea, dopo una richiesta «debitamente autorizzata alla Procura generale della Corte di Appello di Roma».
Ed ecco che Picierno coglie la palla al balzo per attaccare Conte
«Un abisso di indecenza. Incluso tutto il teatrino precedente, il dito ostinatamente puntato verso altri, nonostante la consapevolezza privata che, nella migliore delle ipotesi, Conte ha fatto esattamente la stessa cosa. Ma a cosa è ridotta la politica?», scrive l’europarlamentare dei riformisti dem. Parole dure. Che sono anche un avvertimento interno, a quella Schlein che insiste nell’asse con i Cinque Stelle, ma è uscita indebolita dalla sconfitta al referendum. Mentre si surriscalda il clima nel Pd, tra suggestioni di una «tenda civica» centrista ispirata da Goffredo Bettini e voci di un congresso anticipato, arriva la replica di Conte.
L’ex premier risponde da Salerno, intervenendo dopo una domanda dei cronisti sulle «scintille con il Pd in Europa» e sull’attacco di Picierno. «Con tutto il rispetto, sta parlando di un singolo esponente del Pd. Non mi sembra questa la posizione ufficiale del Pd. Il Movimento 5 Stelle non fa scintille, per quanto ci riguarda, con il Pd», cerca di ridimensionare Conte. Quindi rilancia sul riarmo, tema su cui è evidente la divaricazione con la minoranza dem: «Semplicemente, in Europa, la nostra posizione è molto chiara: contro il riarmo, contro la follia di arrivare al 5% per quanto riguarda gli investimenti in spese militari».
Ma ormai la palla della polemica è partita e Picierno innesta la quinta e parte con la controreplica. L’europarlamentare se la prende con Conte, che dice a Fanpage che «alla base» delle intercettazioni a Caccia e Casarini «c’era un certo clima sulla gestione dei flussi» e si voleva accertare se i salvataggi avvenissero «o meno in piena conformità con le leggi, con i regolamenti e trattati internazionali».
«Una procura siciliana stava indagando per eventuali reati», ricorda ancora Conte. Quindi la stilettata della dem: «Ho autorizzato perché c’era un clima. Ma che significa? Fa il paio con i suoi tentennamenti sulla cittadinanza e il suo vecchio amore per i decreti di Salvini».
In soccorso a Picierno arriva un altro riformista, il senatore Filippo Sensi: «Un grillino vorrebbe decidere chi è del Pd e chi no, quale sia la linea del Pd e quale no. Ci vuole una pazienza infinita». Schlein, intanto, tace.
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