Garlasco, i tre strani “suicidi” dopo la morte di Chiara Poggi

Chiara Poggi

A riaccendere i riflettori sul caso Chiara Poggi non è solo la recente perquisizione nel canale di Tromello, ma anche un filo rosso fatto di morti sospette e suicidi mai del tutto chiariti. Lo racconta Il Tempo, svelando retroscena inquietanti che potrebbero essere collegati alla nuova indagine su Andrea Sempio, attualmente iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio della giovane uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli.

Il suicidio del medico di base

Tra gli episodi più oscuri figura la morte di Corrado Cavallini, medico di base di Garlasco, trovato senza vita nel 2012 nella sua abitazione di Vigevano. Cavallini, che aveva in cura sia la famiglia Sempio che Giovanni Ferri, anziano meccanico 88enne, si sarebbe suicidato con un’iniezione letale.

Ferri, invece, fu trovato sgozzato in uno spazio angusto, con polsi e gola tagliati, ma senza alcuna lama nei paraggi. Ufficialmente si trattò di suicidio, ma la moglie dell’uomo non credette mai a questa versione. Oggi, a distanza di anni, le indagini tornano su quel decesso anomalo: Ferri, infatti, la mattina del delitto di Chiara si trovava davanti al bar Jolly, proprio vicino alla villetta della vittima, e avrebbe visto qualcosa che raccontò solo alla moglie. Dopo la sua morte, la donna rimase sola e malata, assistita proprio dal medico Cavallini al quale potrebbe aver affidato qualche confidenza.

L’amico d’infanzia di Sempio

Non è tutto. Secondo Il Tempo, altri suicidi sospetti coinvolgerebbero giovani legati alla comunità di Garlasco, tra cui un amico d’infanzia di Sempio, morto impiccato nel 2016 con un nodo considerato difficile da realizzare.

In questo contesto riemerge anche il nome di Marco Muschitta, testimone chiave che dichiarò di aver visto, nelle ore del delitto, una ragazza su una bici nera con in mano un oggetto simile a un attizzatoio. Ritrattò, venne denunciato per calunnia, il rinvio a giudizio fu a ridosso del suicidio di Ferri.
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