Quanti soldi pubblici incassa il Wwf Italia

wwf

di Michele Zaccardi – Oltre un milione di euro di finanziamenti pubblici. E un altro milione dal 5 per mille. Sono questi i fondi che Wwf Italia – associazione firmataria del referendum contro l’Autonomia- ha ricevuto, direttamente o indirettamente, dallo Stato l’anno scorso. Denaro utile per portare avanti tutte quelle attività di tutela degli ecosistemi che costituiscono la ragion d’essere dell’associazione. Ma che va a finire anche in spese collaterali al core business della più famosa organizzazione ambientale del mondo. In questo senso i numeri contenuti nel bilancio 2023 sono cristallini. E offrono lo spaccato di un’associazione piuttosto ricca, visto che può contare su entrate superiori ai 23 milioni di euro. E soprattutto su un patrimonio, tra terreni e fabbricati, del valore di 14,2 milioni.

Ma andiamo con ordine. E partiamo dalle entrate

Tra gli incassi la voce principale è rappresentata dalle elargizioni dei piccoli donatori (small donors), che sono ammontate a 8,3 milioni, un milione e mezzo in più rispetto al 2022. Grande importanza rivestono anche le somme versate dalle imprese (3,8 milioni) e le “donazioni ricorrenti†(fatte per almeno due anni di fila), pari a quasi 3 milioni. Meno rilevante l’apporto del 5 per mille: poco più di un milione di euro (stabile rispetto al 2022). Complessivamente, tra aziende e donazioni di individui, sono stati incassati 16,6 milioni, ovvero il 72% della raccolta totale. Nel 2023 sono stati oltre 140mila gli italiani che hanno scelto di sostenere la causa del Wwf, con versamenti pari a 12,8 milioni di euro.

Fulco Pratesi (Wwf): ‘l’ultima doccia l’ho fatta quando ero giovane’

Sostegno pubblico, nel complesso il Wwf ha incassato 2,38 milioni di euro

La fetta maggiore, 1,37 milioni, deriva dalle elargizioni di “enti nazionaliâ€, mentre le istituzioni europee hanno dimezzato il loro supporto: dai 636mila euro del 2022, l’anno scorso si è passati a 381mila euro. Infine, le istituzioni internazionali hanno donato 634mila euro, oltre 300mila in meno rispetto al 2022, quando si sfiorò il milione di euro. Compresi i finanziamenti dai precedenti esercizi (473mila euro), nel 2023 l’associazione ha incassato in totale 23,6 milioni, risorse necessarie al sostegno dei diversi programmi implementati in Italia. A incuriosire, se si guarda alla colonna degli impieghi, sono le spese per la comunicazione: sono la terza voce per importo, pari a 2,4 milioni. Insomma, la pubblicità pesa parecchio sui conti dell’associazione. Basti pensare che vale il doppio delle uscite destinate alla voce “Food and Agricolture†(“Cibo e Agricolturaâ€). Questo mentre perla tutela delle specie e degli habitat il Wwf spende 1,7 milioni e per la protezione degli oceani 1,4 milioni.

Congo contro i ranger del Wwf: â€Stuprano, torturano, uccidonoâ€

I fondi destinati alle iniziative per aumentare la consapevolezza (“Awarenessâ€) sui temi ambientali, per esempio nelle scuole, sono pari a 4,3 milioni, in aumento di 1,7 milioni sul 2022.

Tra i diversi programmi implementati, l’anno scorso Wwf Italia ha speso nel nostro Paese 16,2 milioni, 2 in più del 2022. Eppure, il totale delle uscite si è attestato a 23,5 milioni. A spiegare la differenza sono i costi operativi (4,7 milioni), quasi totalmente assorbiti dalle campagne di raccolta fondi (“Fundraising), che hanno pesato per 4,2 milioni.

Camerun: WWF complice di abusi contro i pigmei. Morti a causa delle percosse

Oltre agli oneri finanziari e tributari (780mila euro), un’altra voce ha inciso sui conti: le spese per “Ry-Party-Amoâ€. Si tratta di un programma volto a ripristinare lo stato naturale di spiagge, fiumi e fondali, sia attraverso attività di pulizia e di ricostruzione naturale, sia attraverso progetti educativi nelle università e nelle scuole. Di certo, però, dal punto di vista finanziario, Wwf Italia non se la passa proprio male. Perché oltre a possedere terreni e fabbricati per 14,2 milioni, alla fine dell’esercizio 2023 aveva in cassa ben 3,9 milioni di euro, anche se in netto calo rispetto al 2022, quando poteva contare su depositi bancari e postali pari a 7 milioni. Per quanto riguarda le passività, i debiti sono pressoché stabili dal 2022, a quota 6,7 milioni di euro.
www.liberoquotidiano.it