L’auto elettrica Volkswagen non va: licenziamenti in vista

Volkswagen

“Non siamo più competitivi”, così Thomas Schäfer, amministratore delegato di Volkswagen, ammette di fronte ai rappresentanti sindacali le difficoltà che il primo gruppo automobilistico europeo sta affrontando con il passaggio all’auto elettrica. “La situazione è critica – sottolinea senza mezzi termini -. Non si può andare avanti senza tagli significativi. Dobbiamo affrontare le questioni critiche, compreso il personale”.

Licenziamenti in vista, dunque, perché la società tedesca non sta realizzando “abbastanza profitti per finanziare autonomamente la transizione verso l’auto elettrica. Le nostre fabbriche non sono abbastanza produttive e i nostri costi sono significativamente più alti rispetto alla concorrenza”. Schäfer ha poi aggiunto che gli ordini “soprattutto per le auto elettriche, sono inferiori alle nostre ambiziose aspettative”. Basti sapere che nel terzo trimestre del 2023 le vendite di veicoli elettrici in Europa sono aumentate del 52% mentre Volkswagen ha registrato solo un rialzo del 34% delle immatricolazioni. La situazione è critica, ma quante persone potrebbero perdere il lavoro?

Volkswagen vuole tagliare 10 miliardi di costi entro il 2026

Nessun numero preciso è stato dato al momento dai vertici dell’azienda, si sa solo che in passato il precedente amministratore delegato del gruppo, Herbert Diess, aveva prospettato tagli per circa 30mila unità su oltre 600mila globali (230mila in Germania). A giugno Volkswagen aveva già annunciato un mega piano di ristrutturazione per aumentare i margini di profitto. Obiettivo: tagliare 10 miliardi di costi entro il 2026.
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Prima di licenziare però Volkswagen dovrà battersi contro i sindacati e contro il consiglio di fabbrica, un gruppo di rappresentanti eletti dal personale che negozia con la direzione, proprio quello che di fronte alle difficoltà dell’azienda elencate dall’amministratore delegato ha assicurato che i tagli dei costi verranno fatti senza licenziamenti e che verrà fatto rispettare un accordo che garantiva i posti di lavoro fino al 2029.
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