Bologna, spaccio e coltellate: faida tra tunisini e centrafricani

Bologna rissa migranti

Un’invasione di campo pagata a coltellate. Ancora una volta, piazza XX Settembre è stata teatro di una faida tra bande di spacciatori. E la violenza, di casa in questo slargo che affaccia sulla stazione, è andata in scena, di nuovo, alla piena luce del sole. Non era ancora mezzogiorno quando due gruppi di stranieri, almeno sei persone, si sono affrontati davanti a Porta Galliera: da un lato quattro giovanissimi tunisini, dall’altro dei centrafricani che sono attualmente ricercati. È bastato un attimo: urla, minacce, spintoni. E soprattutto coltelli. Che spuntano, velocissimi, quasi invisibili, da entrambe le parti.

Due tunisini, di 16 e 20 anni, vengono raggiunti da più fendenti: uno viene ferito alla gamba; l’altro alla schiena. È il panico in piazza XX Settembre: la gente che non c’entra con questo contesto di degrado, la gente che si trova a dover passare, per sfortuna, nella piazza, chiama subito i soccorsi e le forze dell’ordine: arrivano le ambulanze del 118, arrivano i carabinieri del Radiomobile, della stazione Indipendenza e del Nucleo operativo della Bologna Centro.

Quattro persone vengono bloccate subito: sono della ‘fazione’ tunisina, due sono i feriti, che vengono subito trasportati in ambulanza all’ospedale Maggiore. Quello colpito alla schiena, il più grande, viene ricoverato: le sue condizioni sono serie e dovrà essere operato. L’altro, dopo essere stato medicato e ricucito, finisce dritto in caserma. Assieme agli altri due compari che sono già lì ad attenderlo, di 17 e 18 anni. I militari dell’Arma informano subito le Procure, ordinaria e dei minori, del fatto, per valutare come procedere nei confronti dei quattro stranieri: i maggiorenni vengono arrestati per rissa aggravata con lesioni. I minorenni vengono accompagnati in un centro di prima accoglienza. Addosso ai quattro viene trovato anche un coltello, che viene sequestrato.

Questo, mentre sono in corso le indagini per individuare i loro ‘rivali’, fuggiti prima dell’arrivo dei militari dell’Arma. I fermati non hanno detto una parola sulle cause della rissa. Ma l’ipotesi è che si tratti di screzi o invasioni di campo nell’ambito della droga. Adesso i carabinieri stanno ascoltando i testimoni e hanno già acquisito le immagini riprese dall’impianto di videosorveglianza della piazza e delle strade limitrofe, per ricostruire dove sia iniziata la resa dei conti e le possibili vie di fuga degli accoltellatori. Che potrebbero essere anche loro, come gli altri già presi dai carabinieri, volti noti alle cronache locali. Uno in particolare avrebbe partecipato alla rissa, mentre l’altro lo avrebbe aiutato a fuggire. Non si sa se sia rimasto ferito anche lui.

L’episodio, però, è gravissimo. Ed è specchio delle due spine più dolorose che feriscono Bologna: lo spaccio e la criminalità minorile. Due facce, come in questa circostanza, della stessa medaglia, che si fondono al degrado di una zona che sembra impossibile da ‘bonificare’ dalla violenza. E basta elencare i fatti di cronaca recenti, tra aggressioni sessuali a quindicenni in attesa del bus e coltellate tra spacciatori sotto la Galleria 2 Agosto, per rendersene conto. E se la risposta dei carabinieri è arrivata puntuale ieri, come sempre quella delle forze dell’ordine in città, con un impegno che spesso va ben oltre i numeri degli organici, il problema da affrontare, alla radice, è di natura sociale ed educativa. Un compito che prescinde lo sforzo repressivo e che chiama in causa altri attori. E che è ancora, pare, tutto da costruire.

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