Vietato criticare il velo islamico, scrittrice marocchina accusata di razzismo

donne velate

di Massimo Balsamo – Vietato criticare il velo islamico: questo il breve riassunto di quanto accaduto a Barcellona – e non a Teheran – negli ultimi giorni. La scrittrice Najat El Hachmi è finita nella bufera per aver osato dire la sua sull’hijab, simbolo di integrazione per qualcuno in Europa ma in realtà emblema della sottomissione secondo molte musulmane. La 44enne catalana di origini marocchine ha tenuto un discorso in un recente evento pubblico alla presenza del sindaco Jaume Collboni e ha scatenato la veemente reazione delle associazioni religiose e delle ong di sinistra.
Vietato criticare il velo islamico

“Non vi dà fastidio che ci siano ragazze a Barcellona che non possono studiare o fare gite scolastiche?”, il j’accuse di Najat El Hachmi di fronte alle autorità: “Ci sono ragazze che crescono credendo che saranno preziose solo se si coprono, che hanno una paura terribile della possibilità di essere portate in Marocco o in Pakistan per sposare un cugino che ha bisogno dei documenti per risiedere legalmente in Spagna”. Fortemente critica nei confronti dell’imposizione del velo, la scrittice ha poi denunciato “la grande battuta d’arresto iniziata negli anni Ottanta con il fondamentalismo identitario” che oggi prevale tra i musulmani: “È sorprendente che oggi sia considerato controverso difendere i diritti fondamentali a Barcellona e non a Teheran”, riporta El Confidencial.

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Come anticipato, le sue parole hanno provocato la reazione del mondo musulmano. Dopo gli attacchi arrivati dalle ong progressiste, tre associazioni islamiche (Unió de Comunitats Islàmiques de Catalunya, PAK Federació d’Espanya e Federació Consell Islàmic de Catalunya) hanno inviato una lettera al sindaco Collboni per stigmatizzare il discorso “diffamatorio” di El Hachmi. “La scrittrice ha calunniato e ferito i sentimenti religiosi dei musulmani”, si legge nella missiva. Le associazioni hanno poi criticato i”feroci attacchi contro la cultura marocchina e pakistani con cui molti cittadini di Barcellona si identificano”.

Penna del quotidiano di sinistra El País, El Hachmi era già stata al centro delle polemiche qualche mese fa. La scrittrice era stata accusata di “posizioni islamofobiche e transfobiche” per aver espresso qualche riserva sui pochi requisiti previsti dalla “ley trans”, che consente ai minorenni di cambiare sesso. Il Consejo Municipal LGTBI, insieme all’Osservatorio contro l’omofobia, alla Unidad contra el Fascismo el Racismo e alle organizzazioni trans, aveva attaccato frontalmente la scrittice. Forse anche per questo motivo nelle ultime ore non ha ricevuto alcun tipo di solidarietà dall’area progressista di fronte a questi assalti strumentali.
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