Entra in ospedale con le sue gambe e muore dopo tre giorni, forse picchiato in Pronto Soccorso a Venezia. Due persone sono indagate per omicidio preterintenzionale, per la morte di Bruno Modenese, di 45 anni. Si tratta di un ventinovenne di nazionalità albanese e un quarantacinquenne italiano, originario del napoletano, i quali sono stati convocati in procura per questa mattina per presenziare all’affidamento dell’incarico per l’autopsia alla dottoressa Bonvicini e al dottor Bissolotto, riporta Il Gazzettino.
Bruno Modenese è entrato in ospedale il 16 settembre di sua spontanea volontà . Aveva detto alla famiglia che si sentiva confuso, così insieme avevano pensato che sarebbe stato meglio se si fosse recato in ospedale. Al Pronto Soccorso, sarebbe stato picchiato per contenere i suoi modi aggressivi. Tre giorni dopo, il 19 settembre, è morto.
A sollecitare l’apertura di un’inchiesta sono stati i genitori dell’uomo attraverso un esposto in cui chiedono che sia fatta chiarezza sulle ultime ore del figlio: «Presentava una ingiustificata rottura del setto nasale, visibili segni di ecchimosi al volto, la frattura dello zigomo sinistro – scrivono gli avvocati – con la presenza, a seguito di Tac e Agiotac, di emorragia cerebrale». L’Ulss 3 ha costituito una commissione interna e ha annunciato che «collaborerĂ a tutte le verifiche».
La cena, il ricovero e la morte
La sera di sabato 16 settembre era andato a mangiare la pizza con i genitori: il giorno seguente, tutti assieme, sarebbero dovuti partire in vacanza – riporta Il Gazzettino -. Dopo cena era passato al bar a salutare gli amici, ma si era sentito male ed stato chiamato il “118“. Modenese è salito di propria volontĂ sull’ambulanza ed è arrivato al pronto soccorso accompagnato dai carabinieri «perchĂ© manifestava uno stato di alterazione e di aggressività ». Da quel momento i genitori non hanno piĂą avuto sue notizie: al padre, recatosi il giorno seguente in ospedale per portare la biancheria al figlio, fu detto che Bruno era in terapia intensiva, «sedato, in quanto agitato e “respirava male”, ma che tutto era sotto controllo». In una successiva telefonata al padre fu detto che il figlio si trovava «in coma, dopo un arresto cardio-circolatorio». Il decesso è avvenuto la sera di martedì 19 settembre.
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