Processo Grillo jr, giudice trasferito. Rischio di dover rifare tutto da capo

chiesto rinvio a giudizio per Ciro Grillo e 3 amici

(Adnkronos) – Nuova tegola sul processo per stupro di gruppo a carico di Ciro Grillo, figlio di Beppe Grillo, e dei suoi tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, che si celebra davanti al Tribunale di Tempio Pausania, in Sardegna. Alla vigilia della nuova udienza, prevista per lunedì prossimo, 10 luglio, si scopre che uno dei tre giudici del collegio, presieduto da Marco Contu, è stato trasferito al Tribunale di Bari. Come apprende l’Adnkronos, si tratta del giovane giudice a latere Nicola Bonante. Il magistrato ha già ottenuto il trasferimento, ma se lascia il processo c’è il rischio di dover rifare tutto da capo. A meno che il giudice non ottenga l’applicazione al dibattimento fino alla fine del processo. Spetta adesso al Csm e al Ministero della Giustizia decidere se accogliere la richiesta di applicazione del giudice al processo Grillo junior. Intanto, la prima conseguenza arriverà lunedì prossimo, quando, con ogni probabilità, l’udienza salterà proprio per l’annuncio del trasferimento di Bonante.

Per la parte civile un fulmine a cielo aperto. “Non ne sapevamo nulla – dice all’Adnkronos l’avvocato Giulia Bongiorno, che rappresenta la ragazza italo-norvegese che avrebbe subito quattro anni fa lo stupro collettivo in Costa Smeralda – Lo apprendo da lei in questo istante. Non ci hanno ancora notificato nulla”. I quattro imputati sono tutti accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa all’epoca dei fatti 19enne. I ragazzi si sono sempre difesi dicendo che i rapporti fossero “consenzienti” ma per la Procura, rappresentata in aula direttamente dal procuratore Gregorio Capasso, dopo l’addio di un altro pm, trasferita a Sassari, la violenza ci sarebbe stata.

Ma quali sono le accuse contro i quattro imputati?

“Costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno”, “afferrata per la testa a bere mezza bottiglia di vodka” e “costretta ad avere rapporti di gruppo” dai quattro giovani indagati che hanno “approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica” di quel momento. Sono soltanto alcune delle accuse della Procura di Tempio Pausania (Sassari) a carico dei quattro ragazzi della Genova bene. Pagine su pagine di orrori raccontati dalla giovane studentessa italo-norvegese, di appena 19 anni. Come si legge nelle carte della Procura “il residence è stato individuato grazie a un selfie scattato” dalla giovane ragazza ed “è riconducibile a Beppe Grillo”. Le indagini sono state chiuse per ben due volte.

Secondo i magistrati non fu “sesso consenziente”, come dice invece la difesa degli indagati. Per l’accusa è stata “violenza sessuale di gruppo”. E per dimostrarlo hanno allegato agli atti, il racconto crudo della giovane che spiega di essere stata stuprata a turno. “Verso le sei del mattino – si legge in un verbale – mentre R. M. (l’amica della vittima ndr) dormiva”, scrivono i magistrati, la giovane è “stata costretta” ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box doccia del bagno, con uno dei ragazzi. “Gli altri tre indagati hanno assistito senza partecipare”. Poi un’altra violenza, costringendo la giovane a bere mezza bottiglia di vodka contro il suo volere. La Procura ha anche una serie di fotografie e immagini che ha inserito nel fascicolo. “La ragazza ha poi perso conoscenza fino alle 15 quando è tornata a Palau”, scrivono i pm. La “lucidità” della vittima “risultava enormemente compromessa” quando è stata “condotta nella camera matrimoniale dove gli indagati” l’avrebbero costretta ad avere “cinque o sei rapporti” sessuali.

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