Caro energia, Draghi: “abbiamo finanziato la guerra di Putin” e “provocato la recessione”

Mario Draghi

Duro intervento del premier Mario Draghi al Consiglio Europeo. Le conclusioni del Consiglio Europeo, in bozza, “non sono equilibrate”. Viene chiesto di dare “solidarietà” nella condivisione dell’energia, ma “non c’è solidarietà” sulle richieste di “contenere i prezzi” del gas, ha detto Draghi, secondo quanto apprende l’Adnkronos da una fonte a Bruxelles. Per quanto sia “doloroso”, dato che sono “sette mesi” che si lavora per limitare i prezzi del gas, “non posso accettare queste conclusioni
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Le “conclusioni” del Consiglio Europeo e alle proposte della “Commissione” prevedono una serie di “obblighi precisi” sulla condivisione delle forniture di gas: il 15% obbligatorio, regole per la condivisione in caso di carenze, eccetera. Ma “non ci sono decisioni concrete” sull’adozione immediata del tetto ai prezzi, sulla solidarietà di bilancio, sull’immediata attuazione del modello iberico, sulla riforma del mercato. I primi punti sono “precisi e adottabili”, ma “sui prezzi non c’è nulla di preciso” ha affermato il presidente del Consiglio.

Quando qualcuno “potente” dice di no al tetto al prezzo del gas, i prezzi “salgono”. E neppure questo è “sufficiente” ad ottenere azioni sul lato dei prezzi, ha detto Draghi. E questo modo di pensare, ha sottolineato, ha già provocato “danni immensi”, perché “abbiamo finanziato la guerra di Putin” e “provocato la recessione”. La Commissione Europea afferma che i consumi di elettricità “caleranno”, e “non c’è dubbio”, caleranno a mano a mano che “andremo ulteriormente in recessione. Lo vedrete”. Senza agire per contenere i prezzi del gas, in Ue abbiamo la “recessione” e la “frammentazione del mercato”, la “rottura” dell’unità europea e “la vittoria di Putin”, ha sottolineato il presidente del Consiglio.

Per Draghi, l’Italia può andare “per la sua strada” sull’energia: facendo “qualche sforzo”, potrebbe diventare “totalmente indipendente” sia dal gas russo che da quello proveniente dall’Europa del Nord.

Inoltre, nell’Ue serve una “capacità comune” di raccolta, che metta i Paesi con meno spazio fiscale sullo stesso piano di gioco di quelli che hanno più mezzi. Si tratta di tutelare il “mercato interno”, e non di “solidarietà”. Dovrebbe essere composto solo di “prestiti” e della dimensione di ciò che la Germania ha usato “per sé”. ADNKRONOS

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