Individualismo, anarchia culturale e potentati economici

individualismo
immagine: Il Pensatore, 1880–81. Auguste Rodin

di Pier Luigi Priori – Viviamo realtà mutevoli in un mondo occidentale che a partire dal ’68 ha progressivamente superato o travolto ogni nostro retaggio culturale basato su religione, tradizioni, famiglia, appartenenza nazionale e principi consolidati di vivere civile. Dopo i valori “naturali” ed i confini di molte nazioni, assistiamo oggi anche al superamento del relativismo culturale, perché ai fautori estremi dell’individualismo anche ogni “cultura” comincia ad apparire come un contenitore che può condizionarci e limitarci.

La tendenza prevalente nel nostro Occidente va verso una “uguaglianza”, che a causa delle nostre intrinseche differenze umane può però realizzarsi solo svuotando le persone di valori, principi e contenuti . L’uomo che popola questo nuovo mondo si è liberato di stereotipi, pregiudizi e vecchie convenzioni sociali, per giuste o sbagliate che queste potessero essere, ed è apparentemente “libero” padrone del proprio reame, di essere cioè sé stesso.

L’individuo appare autonomo, con pari dignità a quella di chiunque altro, e (compatibilmente coi suoi mezzi) può definire il suo modo di vivere come gli aggrada: la tolleranza e l’accettazione degli altri per quello che sono e come si comportano è diventata “condicio sine qua non” di un mondo che, passato dai valori assoluti connaturatigli dalle sue radici cristiane originarie, sta superando anche i limiti di un multiculturalismo definito da razze, storie e religioni diverse, per arrivare all’anarchia culturale, dove apparentemente ogni individuo è il suo “re”.

Secondo i teorici di questo nuovo mondo, come individui liberi da ogni retaggio culturale del passato, siamo tutti uguali. Uguali non per similarità o assonanza di contenuti, ma per il “vuoto” in valori probanti comuni…

Una anarchia culturale che lascia l’individuo solo ed indifeso di fronte a sistemi predatori. Di pari passo a questa rapida mutazione culturale ed a quella conseguente nei costumi, infatti, dopo la caduta del muro di Berlino, ai grandi poteri economici e finanziari che guidavano l’economia occidentale è venuta meno la minaccia sovietica di una “alternativa” di sistema, e con essa la necessità di un’equa ripartizione della ricchezza, per mantenere col benessere il consenso delle masse. Abbiamo così vissuto una deregolamentazione del sistema economico e bancario, e la libera concorrenza ed il rispetto della proprietà privata individuale sono state umiliate dal rapido sorgere di posizioni dominanti, cartelli monopolistici e nuovi grandi potentati economici nell’ambito delle nuove tecnologie e della comunicazione di massa.

Nel mondo di una globalizzazione selvaggia, che nell’assenza di regole consente profitti enormi alle sue forze trainanti, anche il potere ed il freno di molti stati nazionali sono stati superati da aziende multinazionali e organismi internazionali, che hanno portato il “controllo” di quanto stava avvenendo ancora più lontano dalle masse di individui che nel frattempo avevano perso i loro punti fermi e con essi i parametri per valutare la situazione.

Da ultimo, nella enormità di informazioni fatte circolare ogni giorno, con stampa e politica asservite, nonché di una controinformazione che spesso sragiona, divenendo così “utile idiota” del sistema, si è perso anche ogni punto fermo di certezza delle informazioni e significanza della Verità in quanto ci viene riportato: tutto è stato mercificato e l’uomo “nuovo”, libero da vincoli culturali di ogni genere, ma privato con essi dei suoi punti di riferimento, si è ritrovato, da individuo sperduto e disorientato, nel ruolo di semplice consumatore, meccanismo di un sistema economico sempre più lontano da ogni suo controllo, che vede le grandi fortune crescere, la classe media contrarsi, ed una povertà sempre più diffusa.

Nel nostro mondo post-moderno nessuno vale per quanto sa, per quanto dà e per quanto fa (ed in definitiva per quanto è) ma per quanto ha. Poiché un insieme eterogeneo di individualità anarcoidi è di difficile guida e controllo in un sistema trasparente e democratico, anche le democrazie occidentali si stanno progressivamente aprendo al modello cinese di controllo, sviluppo e crescita, dimenticando che esso è frutto di millenni di ben altra cultura e ben altra storia.

Dopo ogni temporale c’è il sereno, e dopo la notte il sole torna sempre a splendere al mattino. E’ già successo nella travagliata storia del nostro paese che si trovasse spunto ed insegnamento da modelli classici per ricominciare un cammino costruttivo verso un futuro più prospero, del quale le manifestazioni artistiche sono state un riflesso. Supereremo questa fase travagliata di liberismo estremo, di egoismo e di oscurantismo nelle vicende umane del nostro Occidente non appena, terminata l’ubriacatura consumistica, masse impoverite contesteranno la vacuità di un mondo distinto dalla assenza di valori, ricercheranno la propria natura e riporteranno il denaro al suo ambito di strumento anziché di fine.

Arrivando il pendolo a fine corsa, riprenderà il suo moto in senso inverso, come sempre avvenuto nelle vicende umane. Riscopriremo che ogni popolo è frutto della sua storia. In questo momento di confusione ed appiattimento da svuotamento culturale, sta ora a noi mantenere intatti i semi di una grandezza che, in Italia ed in Europa, si è riproposta e ripetuta diverse volte nei secoli passati.

Pier Luigi Priori – saggista e scrittore

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