di Armando Manocchia – Un’espressione comune recita: mi sembra di vivere in un film.
Sì. E questa tortura, questo obbligo di vivere in una realtà falsata, è una forma di crudeltà rappresentata e illustrata molto bene in un celebre film del 1944 (Gaslight, di Georg Cukor) in cui il Gaslighter, il manipolatore, fa credere di percepire la realtà in maniera deformata e diversa, contraddicendo la reazione e i giudizi della vittima. Un film dove la violenza viene messa in atto inducendo la vittima a dubitare fortemente dei suoi giudizi, così da portarla gradualmente a credere di non avere un’ idea affidabile e oggettiva di ciò che la circonda, e comincerà pian piano a credere di impazzire.
Qui, non siamo purtroppo in un film e nemmeno nel 1944, piuttosto siamo nel 1984 di Orwelliana memoria. Siamo di fronte alla violazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Dell’Uomo.
Una vera e propria tortura
Questa è la piĂą grande truffa politico-sanitaria del secolo, un crimine contro l’umanitĂ . E’ una truffa che va avanti da un paio d’anni, una vera e propria tortura che lede non solo la libertĂ , ma anche la dignitĂ , e mina l’equlibrio psicologico delle persone.
Di fatto viene negato il diritto alla libertà in quanto questa narrazione condiziona pesantemente tutte le scelte quotidiane e spesso prevede la coercizione della persona umana nell’eseguire determinate azioni o ad assumere atteggiamenti non liberamente scelti. Cfr: Art 1, 2, 3, 4, 5. (Dichiarazione Universale dei Diritti Dell’Uomo).
La truffa sanitaria, politica, economica, mediatica e sociale nega di fatto il diritto alla vita relazionale e sociale, in quanto il tipo di stress a cui è sottoposta la persona umana la sfiducia fortemente in questa direzione ed è mirata ad ottenere il suo isolamento. Art 16, 20, 12 (Dichiarazione Universale dei Diritti Dell’Uomo).
Il pandemonio generato da questa pandemenza nega il diritto alla salute e alla sicurezza sociale: lo stress che continua a produrre è una vera arma “psicologica”, un’arma di distruzione di massa che priva la persona umana, prima della sua salute psichica e poi di quella fisica; il tutto, in parallelismo con ciò che viene definito Gang Stalking. Un gravissimo reato che ad oggi non è contemplato nel codice penale italiano. E il fatto che questo fenomeno non abbia una normazione e regolamentazione rende chiunque esposto a questo rischio: è dunque anche un problema di sicurezza sociale. Art 22, 28, 5. (Dichiarazione Universale dei Diritti Dell’Uomo).
Le violazioni delle libertà fondamentali e dei diritti costituzionalmente garantiti, le vessazioni e le coercizioni che le persone subiscono, sono tutte azioni persecutorie scientemente studiate, programmate e organizzate, perpetrate attraverso un’insieme di atti ostili, che spesso non sono singolarmente imputabili come reati o violenze esplicite ma, nell’insieme, risultano essere pesantemente lesive per salute psichica e fisica delle persone vittime.
L’azione vessatoria viene attuata attraverso il terrorismo istituzionalizzato: mediatico, sanitario e politico e, non ultimo, sociale, perché attraverso questo obnunibilamento e manipolazione, una specie di ipnosi collettiva, si è arrivati all’autocontrollo e al controllo sugli altri (psicosi collettiva) producendo stress, una condizione che, protratta nel tempo, induce al disturbo da disadattamento (DDS), il quale può provocare, asocialità , aggressività , misantropia, crisi di panico, attacchi d’ansia, insonnia, comportamenti ossessivi-compulsivi e, nei casi più gravi, indurre al suicidio o all’omicidio.
L’azione vessatoria induce inoltre la sindrome del disturbo post traumatico da stress nelle sue diverse forme, depressiva e ansiosa (DPTS), Cfr: Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Gli obiettivi sono il condizionamento degli individui, il loro controllo, la manipolazione, e l’indottrinamento, la conformazione, la formattazione e persino la lobotomizzazione, aggiungo io.
Insomma una “programmazione” che, se non ti elimina attraverso l’inoculazione di sieri lesivi o letali, porta pian piano alla distruzione psichica attraverso l’induzione alla paranoia (follia) e/o alla eliminazione fisica attraverso il suicidio.
Questa tortura è in atto per una banale distopia: tu obbedisci perché finisca, ma è proprio perché obbedisci che non finirà mai. La soluzione non è più resistere, ma reagire.
Armando Manocchia

