Vaccini, sondaggio di “Save the Children” tra i minorenni

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L’indagine sulla “Cittadinanza scientifica” realizzata da Ipsos per “Save the Children” fotografa il rapporto degli adolescenti, tra i 14 e i 18 anni, con il vaccino. Ne escono fuori dati estremamente interessanti: – 2 ragazzi su 3 sono pro obbligo vaccino – solo 1 adolescente su 10 non intende immunizzarsi – Il 73% di loro dichiara di avere fiducia nella scienza per combattere la pandemia – 4 adolescenti su 10 hanno dovuto affrontare contrasti in famiglia sull’utilità dei vaccini anti covid, nella maggior parte dei casi dovuti ai dubbi dei genitori rispetto all’opportunità di farli vaccinare. Ad alcuni di loro è stato vietato di farlo.

I ragazzi si sono informati di più sulle questioni scientifiche in questi mesi di pandemia (67%) ma, nonostante questo, spesso si sono sentiti confusi dalle informazioni trasmesse dai mezzi di comunicazione (62%).

Save the children “il senso di responsabilità dei giovani”

“Misurare oggi le disuguaglianze è importante non soltanto per registrare come la pandemia abbia ulteriormente accentuato i divari, ma perché il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza,combinato con gli altri strumenti europei, tra cui la “Child Guarantee”, e i fondi nazionali, può rappresentare un punto di svolta – spiega Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia- Europa di Save the Children – Questi dati della ricerca Ipsos ci confermano la consapevolezza e il senso di responsabilità forte dei giovani, non possiamo continuare a non ascoltarli.”

“Smettiamola di renderli invisibili nelle scelte che li riguardano, apriamo presso Comuni, scuole e associazioni spazi di partecipazione per progettare con i ragazzi e le ragazze il PNRR sul territorio e lasciamo che siano loro a indicarci la strada per quello che sarà prima di tutto il loro futuro”.

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La famiglia e il vaccino

La famiglia, molto più della scuola o degli amici, è il luogo dunque in cui si è discusso di vaccini e di ricerca scientifica nell’ultimo anno. I contrasti sull’utilità dei vaccini sono scoppiati in 4 famiglie su 10, “almeno qualche volta”. Tra chi lo dichiara, 6 giovani su 10 sostengono che la principale ragione di contrasto è stata il loro essere a favore dei vaccini. Tuttavia, solo in pochi casi il contrasto si è tramutato in divieto al vaccino. I giovani che volevano vaccinarsi sono stati liberi di farlo nella maggioranza dei casi (7 su 10) anche se non tutto è filato sempre liscio. Tre su 10 infatti sono i minori che hanno avuto contrasti in famiglia perché volevano vaccinarsi e hanno dovuto insistere per farlo osi sono trovati in una situazione di impedimento effettivo.

“Gli adolescenti hanno pagato il prezzo più alto della pandemia: non è stata sottratta loro solo la libertà di muoversi negli spazi, ma quella di pensare al futuro con delle certezze.Si sono trovati tagliati fuori dalla scuola, dalla socialità e da tutti i punti di riferimento in cui erano cresciuti. Ma hanno mostrato ancora una volta di avere forza e di essere capaci di resilienza – spiega Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children – La loro fiducia nella scienza è un segnale di grande importanza. E a quella fiducia, bisogna dare risposte altrettanto concrete perché non c’è più tempo: le scelte che farà il Paese oggi delineeranno irrimediabilmente il suo futuro.Un futuro che per i nostri ragazzi è già qui”.  www.rainews.it

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