Forteto: le vittime fanno causa allo Stato italiano

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Caso Forteto: una valanga di ricorsi tira in ballo lo stesso Stato per le sue (tante) inadempienze. Almeno cinque cause civili (alle quali se ne aggiungerà nei prossimi giorni un’altra) per il risarcimento dei danni subiti sono state già presentate al tribunale di Genova per le inadempienze giudiziarie e chiamano in causa il governo italiano, oltre che alcuni comuni del Mugello (e non solo) per le loro responsabilità nei servizi sociali.

A presentare la nuova raffica di azioni legali sono stati in una conferenza stampa gli avvocati Giovanni Marchese, Marco Antonio Vallini e Giovanni Giorgetti. Perché la storia del Forteto ha visto sì la condanna del capo storico della comunità, Rodolfo Fiesoli, in carcere oggi a Padova. Ma ha provocato così tante ferite tali da rovinare per sempre la vita a centinaia di persone, senza appello. Alcune di loro non ci stanno e chiedono giustizia.

Nei mesi scorsi 16 ricorsi erano stati presentati anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo da persone che, a causa delle sopraggiunte prescrizioni, non avevano potuto partecipare al procedimento penale scaturito con l’inchiesta del 2011. E che quindi si rivolgono alla Corte europea, che già conosce il caso Forteto dopo la sentenza del 2000 che condannò lo Stato italiano su ricorso di una madre che denunciò l’impossibilità di vedere i propri figli, affidati a coppie di quella comunità.

Sul Forteto la Corte europea dei diritti dell’uomo ha già il dente avvelenato con l’Italia: – ha sottolineato l’avvocato Vallini – nonostante la sentenza si è continuato ad affidare bambini e a finanziarlo“. I ricorsi, secondo quanto riferito dagli avvocati, avrebbero dunque già superato un primo step di ammissibilità.

Ma se la strada di Strasburgo aveva già un solco scavato dal precedente del 2000, del tutto inedita è quella che coinvolge direttamente il governo. I ricorsi a Genova citano in giudizio la Presidenza del Consiglio perché prendono di mira le “inadempienze” dello Stato italiano e della Magistratura, in particolare al tribunale dei minori di Firenze (per questo la Procura competente è quella del capoluogo ligure). Ma non solo. Le richieste tirano in ballo anche il Comune di Vicchio, di Dicomano (oltre a quello di Castelfranco di Sotto e Santa Maria a Monte) e la Asl Toscana centro per le responsabilità che hanno nella gestione dei servizi sociali.

Forteto, danni gravissimi sulle vittime

“Per la prima volta – ha sottolineato l’avvocato Marchese, storico difensore dell’Associazione vittime del Forteto – sono state effettuate delle perizie sulle vittime, da cui sono emersi danni gravissimi, permanenti e irreversibili”. Per ogni caso sarebbero così stati richiesti fino a due milioni di euro di risarcimento.

Il sesto ricorso genovese, inoltre, vedrà ricorrere una madre che ha scontato una pena di oltre quattro anni di carcere in seguito alle accuse della figlia che identificò la madre come responsabile per averla consegnata ai pedofili. Salvo poi scoprire che la piccola aveva subito violenza al Forteto ed era stata di fatto costretta a dichiarare il falso. Circostanza non isolata nella storia del Forteto e appurata inequivocabilmente nello scorso ottobre, con la revisione del processo. Adesso la donna chiede un risarcimento.

L’avvocato Marchese nel presentare le circostanze dei ricorsi si è anche soffermato sulle recenti polemiche emerse per la consegna, da parte del Comune di Firenze per scelta del sindaco Nardella, del Fiorino d’oro ai “Minori abbandonati dallo Stato al Forteto”. “E’ un’iniziativa lodevole, ma solo in parte: – ha sottolineato – le vittime, oltre a quelle appartenenti ad altre associazioni o senza associazione, sono anche ragazzi di 18-20 anni entrati volontariamente e poi plagiati”.

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