Vaccini Covid, prof Paolo Bellavite: che cosa non convince

prof paolo bellavite

“Riposi in pace. Non commento il caso di cronaca odierno, sia per rispetto della famiglia sia perché è solo un esempio di altri casi.” Comincia così un messaggio del prof. Paolo Bellavite su Telegram riguardo alla giovanissima Camilla Canepa, morta dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca.

“Mi limito a alcune considerazioni generali o domande aperte, su quanto ho sentito stamane nei GR”, scrive il professore, per 30 anni titolare della cattedra di patologia medica all’università di Verona.

Vaccini Covid, che cosa non convince

– non convince che si continui a parlare di “un caso su 100.000 dosi” in condizioni in cui le segnalazioni sono basate sulla spontaneità.

– non convince che si parli solo di trombosi venose o del seno cavernoso o con poche piastrine. Le trombosi sono fenomeni legati al sangue e non solo a quello venoso.

– non convince che si getti tutta la responsabilità su Astrazeneca come se gli altri prodotti non avessero il problema.

– non convince che si getti il sospetto su un singolo lotto prima di aver qualche elemento per sospettarlo. Già in passato non era un problema di lotti.

– non convince che ora si decida di somministrare Astrazeneca solo agli ultrasessantenni, età in cui il rischio di malattie vascolari è più alto. Gran parte dei 273 decessi dopo l’inoculo (a fine aprile) erano di anziani.

– non convincono tante altre cose tra cui la mancanza di screening prevaccinali (anticorpi, coagulazione, genetica), la somministrazione a giovani e ragazzi col ricatto del green pass, la martellante pubblicità senza voci critiche, l’obbligo vaccinale ai medici, e… il fastidioso tampone nasale che mi toccherà fare – io sanissimo, non vaccinato e nutrito in modo salubre – per passare un confine verso un bel campeggio pieno di sole e aria di mare…

PS: ho appena sentito dire da un esperto intervistato che non si conosce il meccanismo della trombosi post-vaccino. Vabbè, forse non ha letto il mio lavoro pubblicato l’8 febbraio…

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