Loggia Ungheria, avv Amara: “Ho le registrazioni. Tutto partito da Luca Lotti”

luca lotti

Lo scandalo che ha travolto il Csm non smette di regalare colpi di scena. L’ultimo arriva dal grande accusatore, Piero Amara, l’avvocato ex Eni da cui è partita tutta la vicenda legata alla loggia Ungheria. “Comincio a parlare della loggia – spiega Amara a Piazza Pulita su La7 – quando la Procura di Milano rinviene un file indirizzato a Luca Lotti, in cui si raccomandavano una serie di magistrati e altri funzionari. Mi sono posto il problema dei riscontri, è stato facile acquisire delle registrazioni audio da parte di soggetti che ora dicono di non conoscermi. Fino al mio arresto la loggia esisteva ancora”. I verbali consegnati a Davigo? “Se lo avesse fatto un avvocato, sarebbe in carcere”.

Un file indirizzato a Luca Lotti

“Ho cercato di limitare la mia deposizione ai fatti – si legge sul Fatto Quotidiano – di cui ero assolutamente certo“, spiega Amara. “Comincio a parlare della loggia Ungheria perché, in verità, non so come, la procura di Milano riuscì a rinvenire un file del 2015 all’interno di un computer nella mia disponibilità. Era un file indirizzato a una persona indicata come ‘LL’, Luca Lotti“. Che, dice, lo avrebbe incontrato più volte:

Esisteva una forma di comunicazione con il dottor Lotti alla Presidenza del Consiglio. Devo fare un distinguo tra Lotti e Renzi. Con Lotti, a parte la conoscenza diretta, il sistema di comunicazione era mediato da un imprenditore fiorentino, poi fu costruito un rapporto economico quando c’erano problemi di finanziamento della Leopolda, ma non l’ho finanziata io”. Nel documento trovato dai pm, racconta, “si raccomandavano una serie o di magistrati o di altri funzionari dello Stato che avevano esigenze di varia natura”.

Storari, dice Amara, “in questa vicenda pecca solo di una ingenuità cosmica rispetto a quello che è successo, – prosegue il Fatto – per non qualificarlo altrimenti. Conoscendo Storari, che è una persona certamente perbene, io penso che ne avrà parlato con il dottor Davigo… questo avviene nell’aprile nel 2020, quindi siamo in piena segretezza istruttoria. Era stato stabilito un percorso che prevedeva ancora diversi interrogatori. Se lo avesse fatto un avvocato, sarebbe in carcere probabilmente.  affaritaliani.it

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