Crisanti: “è dai tempi di Galilei che una procura non giudica la scienza”

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Non sono andate giù le molteplici dichiarazioni del microbiologo Andrea Crisanti, nelle sue numerose apparizioni televisive. “Ci saranno delle conseguenze” aveva avvisato Luciano Flor, direttore generale della sanità veneta, in seguito alle affermazioni di Crisanti a Report riguardo ai tamponi rapidi. Tuttavia, le conseguenze delle dichiarazioni pubbliche dello scienziato “rigorista”, sono arrivate già da prima. Azienda Zero, braccio operativo della Regione governata da Luca Zaia, aveva infatti denunciato il comportamento a suo dire diffamatorio del suo stesso “dipendente” Andrea Crisanti.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, la procura di Padova ha acquisito lo scorso 10 marzo un esposto di Roberto Toniolo, direttore generale di Azienda Zero. Nell’esposto, Toniolo accusa Crisanti di screditare con le sue critiche il piano di prevenzione messo in atto dalla Regione Veneto per placare la diffusione della Covid-19. La procura ha quindi iscritto il professor Crisanti sul registro degli indagati e indaga ora per diffamazione.

Si tratta di un doppio fascicolo che comprende le precedenti accuse di diffamazione, oltre alle affermazioni scettiche sui tamponi rapidi. “Almeno tre positivi su 10 non vengono intercettati”. Il professor Toniolo spiega come i commenti rivolti alla stampa dal direttore della microbiologia di Padova abbiano screditato lo sforzo della Regione, arrecando in aggiunta un danno d’immagine ad Azienda Zero, in prima fila per gli acquisti sanitari che sono risultati necessari.

Crisanti denunciava le misure adottate dalla Regione

L’esposto riporta in allegato le fotocopie degli articoli di stampa e agenzie, in cui Andrea Crisanti denunciava le misure inadeguate adottate dalla Regione per fronteggiare la pandemia da ottobre fino allo scorso febbraio. “Non è una denuncia” sdrammatizza Toniolo “Volevamo solo mettere a conoscenza della procura alcuni fatti”. Gli atti riportano la firma dell’avvocato penalista Fabio Pinelli.

Poco importa la natura della denuncia: Quello che conta è che lo scienziato del comitato tecnico scientifico sia stato messo sul banco degli imputati dalla stessa azienda per cui lavora. Intanto Crisanti liquida così le accuse nei suoi confronti: “Non ci voglio credere e mi sembra assurdo. È dai tempi di Galileo che una procura non si occupa di giudicare un articolo scientifico”.   www.liberoquotidiano.it

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