Per paura di morire abbiamo perso la voglia di vivere

paura di morire

di Aldo Grandi – Viareggio in zona rossa e non è la prima né sarà l’ultima. Altre città della Toscana sono già in lockdown e non tanto per il numero dei decessi per Covid-19 quanto per i contagi che, è bene ripeterlo fino alla noia, colpiscono, soprattutto, i più giovani senza, ovviamente, per loro, alcuna conseguenza di particolare gravità. Già, ma gli ospedali si riempiono e le terapie intensive pure, quindi, chiudete di nuovo tutto e chissenefrega se la gente va fuori di testa perché non sa più come andare avanti economicamente, affettivamente, socialmente, fisicamente.

Così come chissenefrega se più di mezza Italia vive e mette da parte i soldi da spendere più avanti perché ha lo stipendio fisso e l’altra lo prende sotto la coda e da parte ha messo, soprattutto, la voglia di vivere e di andare avanti. Che schifo. Che vomito. Che paese di eunuchi e di invertebrati che perdono tempo a criticare una donna solo perché sceglie di farsi chiamare come vuole e, soprattutto, dopo che, nella vita, ha fatto di tutto e da sola per guadagnarsi questo diritto. Ipocriti.

Si dimette un segretario di un partito di governo che dice di essere stanco di vedere i suoi accoliti dannarsi l’anima e anche qualcosa di più per poltrone e poltroncine. E nessuno che scende in piazza perché, ormai, la voglia di vivere è cresciuta inversamente rispetto alla paura di morire. Il Covid-19 ci ha steso definitivamente. In giro la gente sembra terrorizzata, impazzita, privata di ogni reazione che non sia quella dei cani di Pavlov e dei loro – dei n ostri adesso – riflessi condizionati.

Rinunciare a vivere per la paura di morire

Noi non riusciamo a capacitarci di come sia possibile essere arrivati a questo punto a rinunciare a vivere per la paura di morire. Una paura che è diventato terrore, che è divenuta fobia di tutto ciò che facevamo fino ad un anno fa compresi amare, respirare, ridere, correre, saltare, tuffarsi. Sembra di essere precipitati in un pozzo senza fondo e del quale non si immagina, nemmeno, la fine.

Ci stanno trattando come automi, come esseri privi di intelligenza, di autonomia di pensiero, di indipendenza di giudizio. Ci somministrano le loro verità senza alcuna dimostrazione né prova. Ci dipingono dei colori che vogliono in base a parametri studiati a tavolino da matematici ed esperti senza cuore e senza anima. Ci hanno imposto di coprire il volto e questa è, inutile fare finta di nulla, una violenza inaudita per chi, come noi alle nostre latitudini, il volto ha sempre mostrato con orgoglio, fierezza, coraggio.

Ci stanno chiudendo dentro noi stessi e all’interno delle nostre quattro pareti di casa da dove, verrà un giorno e sta già venendo, non usciremo più convinti che vivere, lavorare, guardare, sperimentare, provare emozioni, sia meglio farlo in poche decine di metri quadrati piuttosto che all’aria aperta come se l’aria stessa fosse inquinata da chissà quale virus. Altro che Covid-19, nemmeno fosse l’Ebola o la peste bubbonica, questi sì virus con i controcazzi e perdonateci l’ardire, altro che il Corona, che ha il nome di una birra e colpisce e uccide, ma solamente a mezzo servizio e soltanto a una certa età e se si hanno già patologie in corso d’opera.

Certo, infermieri, medici, personale sanitario hanno paura perché loro vivono a stretto contatto con la malattia. Ma anche in guerra i soldati – che in trincea, di andarci, farebbero volentieri a meno – vanno malvolentieri salvo i soliti idioti fanatici di sempre. Invece, di questi tempi progressisti e politicamente corretti, è vietato anche solo pensare che esiste la guerra, che l’odio è, spesso, superiore all’amore, che si può anche morire perché la vita eterna è un lusso nemmeno per pochi, che chi indossa una divisa, qualunque essa sia, non può, quando serve, togliersela perché ha paura. No, non funziona così.

Salvare chi e da cosa?

Noi non siamo più disposti a pagare il prezzo che ci viene richiesto per salvare non si sa bene chi e da non si sa bene cosa. E questo non per egoismo, ma per istinto di conservazione e spirito di sopravvivenza. Ci accorgiamo, infatti, che ci stanno, più o meno inconsapevolmente – non siamo dei complottisti né dei negazionisti – succhiando le residue energie che abbiamo, energie fisiche, nervose, emotive. E mentre stanno facendo questo, altri, al contrario, si arricchiscono, mettono da parte patrimoni più o meno consistenti.

A pagare, è bene ricordarlo alla sinistra imbelle di quel partito di cui sopra che vive e pensa solo alle poltrone – ve ne siete accorti solamente ora? Perché, con Renzi com’era? Altro che poltrone, con il Puffo-putto fiorentino c’erano, soprattutto, i divani tanto era la fame di tutto – sono sempre gli stessi, la gente comune, quella che la mattina si alza con fatica e con altrettanta fatica si fa un mazzo così per portare a casa pane e, possibilmente, companatico.

E ora voi, farisei, venite a dirci che la colpa di tutto ciò, ad un anno di distanza da quando ci avete blindata la vita, è nostra che non abbiamo, nell’ordine, indossato le mascherine, mantenuto la distanza, che abbiamo stretto le mani e frequentato le discoteche, che questa estate ci siamo spogliati sulla spiaggia. E, infine, che non vogliamo farci i vaccini. Ma ci state prendendo per il c..o?

Ma davvero credete che siano tutti beoti tanto da guardare in 12 milioni quella sottospecie di spettacolo delirante che è stato il Festival di Sanremo?

Davvero siete convinti che bastino i vostri dipendenti televisivi, giornalisti mezzibusto, ma, in realtà, nemmeno mezzi e soltanto busti, che ci vomitano addosso h24 dati agghiaccianti sulla pandemia quando i morti quotidiani, in questo Paese sfasciato, superano, a malapena i 250? Ma quanta gente muore, al giorno e in un anno, di altre malattie ben più gravi e letali? Invece no, adesso si può morire, se si muore, solo per Covid.

Se andiamo a cena al ristorante ci becchiamo il contagio, se frequentiamo la palestra a distanza di decine di metri quadrati gli uni dagli altri diventiamo degli untori, ma se ci aggiriamo come tante formiche o pecore senza senso dentro i supermercati allora non c’è alcun pericolo.

Lo ribadiamo: questo virus è la giustificazione per giungere ad una totale ridistribuzione della povertà – perché la ricchezza resta dove è sempre stata – e alla disintegrazione di ogni certezza. Niente sarà più come prima per la semplice ragione che passato un Covid, ce ne sarà un altro in agguato e nessuno saprà incolpare qualcuno.

Noi, a questo massacro, non ci stiamo. Se dobbiamo ammalarci o morire, bene, meglio farlo da esseri umani degni di questo nome. Se la morte è la fine di tutto, quello che ci stanno facendo ne è il presupposto indispensabile.

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