Le sanzioni per la vicenda di Alexei Navalny come “pretesto” per “interferire apertamente” negli “affari interni” della Russia
La Russia ha invitato gli Stati Uniti a “non giocare con il fuoco” dopo l’adozione di sanzioni contro sette alti funzionari russi in risposta al (presunto, ndr) avvelenamento dell’oppositore del Cremlino, Alexei Navalny. Il ministero degli Esteri russo ha denunciato in un comunicato diffuso nella tarda serata di ieri un “attacco ostile anti-russo” come parte di una “politica statunitense priva di logica e significato che danneggia ulteriormente le relazioni bilaterali” con Mosca.
“L’assurdità trionfa”, ha ulteriormente affermato la diplomazia russa, che accusa Washington di utilizzare la vicenda di Alexei Navalny come “pretesto” per “interferire apertamente” negli “affari interni” della Russia.”Reagiremo sulla base del principio di reciprocità”, ha poi precisato il ministero, assicurando che “i calcoli per imporre qualcosa alla Russia mediante sanzioni o altre pressioni sono falliti in passato e falliranno oggi”.
“Continueremo a difendere sistematicamente e risolutamente i nostri interessi nazionali, respingendo qualsiasi aggressione. Invitiamo i nostri colleghi a non giocare con il fuoco”, ha aggiunto la diplomazia russa, considerando anche che gli Stati Uniti hanno “perso il diritto morale di dare una lezione agli altri”.
Stati Uniti e Unione europea hanno imposto sanzioni
a diversi funzionari ed entità del governo russo per l’arresto e il presunto avvelenamento dell’oppositore al Cremlino Alexei Navalny. L’imposizione di sanzioni da parte degli Stati Uniti è avvenuta dopo l’annuncio della lista nera da parte dell’Ue di diverse entità e funzionari.
Il dipartimento del Tesoro Usa ha inserito nella propria lista nera quattordici entità: tredici di queste sono società private, nove si trovano in Russia, tre sono in Germania e un’altra in Svizzera. L’ultima entità sanzionata è un istituto di ricerca statale russo. Le sanzioni dell’Ue prendono di mira i responsabili di quattro strutture del potere russo: il procuratore generale Igor Krasnov, il capo del Comitato investigativo Alexander Bastrykin, il responsabile del Servizio penitenziario Alexander Kalashnikov e il direttore della Guardia Nazionale Viktor Zolotov. ASKANEWS