Prof. Sinagra: lettera aperta al senatore Matteo Salvini

Lega Salvini

Egregio Senatore, premesso che non ci conosciamo personalmente e non ci siamo mai parlati; premesso altresì che non ho mai votato per la Lega né in versione “padana” e né in versione nazionale, esordisco con una riflessione storica e culturale: non ho mai capito per quale ragione la Lega si sia appropriata della figura-simbolo di Alberto da Giussano che ha vissuto e combattuto non solo in diversa epoca storica, ma in diverso contesto, in difesa e in contrapposizione di valori ed interessi, anche politici, differenti e ben alti.
Così pure non ho mai capito la ragione del luogo scelto per i vostri tradizionali raduni e non tanto per i forti aspetti anche folcloristici, ma per la sola ragione che Pontida evoca storie, speranze e sentimenti che non c’entrano nulla con la Lega di ieri e con la Lega di oggi: “L’han giurato: non fia che quest’onda scorra più tra due rive straniere! L’han giurato, non sorgan barriere tra l’Italia e l’Italia mai più”.

Da tali premesse storico-culturali si spiega perché il nucleo originario della Lega si collochi geograficamente in quel di Bergamo, nelle Valli Orobiche la cui individuazione degli abitanti come “orobici” prende luogo di altra espressione indicativa di scarsa perspicacia.

Lei sa che quando è stato Ministro dell’Interno io l’ho sempre difesa pubblicamente dalle aggressioni giudiziarie da lei subite a causa della sua azione di contenimento dell’invasione del territorio nazionale da parte di clandestini, agendo contro scafisti, ONG e gestori di Centri molto interessati all’accoglienza.

Il tristemente noto Luca Palamara ha dato conferma della preordinata aggressione giudiziaria in suo danno. Non poteva fare diversamente poiché già erano stati acquisiti i messaggi da lui scambiati con suoi Colleghi di pari caratura morale.
Io l’ho difesa credendo che lei come Ministro agisse nell’interesse dello Stato e in difesa della popolazione italiana spaventata per l’arrivo di clandestini di ignota identità che molto hanno fatto lievitare la più feroce criminalità in Italia.

Purtroppo, devo dire che mi sono sbagliato. Tuttavia, continuerò a difenderla perché resta intatta la volgare aggressione giudiziaria che lei ha subito e subisce da parte di magistrati e da parte di uomini “politici” che meriterebbero l’esilio senza ritorno.

Ma, come ho detto, ora non le credo più e le spiego il perché.
Non m’interessano le ragioni per le quali lei provocò la crisi governativa dell’agosto 2019. Era impossibile governare insieme alla “banda Grillo”? Ma allora le domando: perché decise di allearsi nel governo con codesta gente?
È seguito un lungo periodo di finta opposizione al secondo governo del Signor Giuseppe Conte. Governo che sia la Lega come Fratelli d’Italia ha più volte sostenuto, accorrendo in suo sostegno nelle Aule parlamentari.

Si è ora formato il governo presieduto dal Dottor Mario Draghi che, come i suoi predecessori (Conte e Monti) non è mai stato eletto da nessuno. È stata certamente responsabilità del Capo dello Stato che anche in tale circostanza ha interferito pesantemente nella scelta dei ministri.
È nato così questo nuovo governo definito icasticamente dal Sen. Gianluigi Paragone come una “fetecchia”.
Lei ha ritenuto di parteciparvi in base alla sua teoria secondo cui dall’interno la Lega potrà condizionare il governo orientandolo verso il bene della Nazione.
Mi lasci dire da subito che la presenza dell’On. Giancarlo Giorgetti a capo di un Dicastero importante potrà orientare l’azione del governo in favore di questa Unione europea e dell’euro.

Lasciamo stare le invettive del Presidente Francesco Cossiga che definì il Dottor Mario Draghi un “vile affarista” e secondo il quale mai avrebbe potuto essere chiamato come Capo del governo un uomo della Goldman Sachs. Vi è per certo che la persona in questione guidava l’allegra brigata italiana che sul “Britannia” programmò la distruzione dell’apparato industriale italiano e l’annichilimento socio-economico della nazione.

Il grande Presidente Bettino Craxi nel 1997 fu buon profeta quando avvertì che l’Italia sarebbe stata impoverita e vilipesa con l’introduzione dell’euro. Lo stesso Dottor Mario Draghi ebbe a dichiarare candidamente che “con l’euro abbiamo dovuto impoverire gli italiani”.
Devo io ricordarle che tale insigne personaggio con le sue gesta al Ministero del Tesoro, alla Banca d’Italia, alla Goldman Sachs e poi come Presidente della BCE, ha agito sempre contro l’interesse nazionale e, a tutto ammettere, anche fuori ogni logica di effettiva e sana cooperazione tra gli Stati membri dell’Unione europea?

Tutto questo non le ha impedito di consentire che la Lega avesse partecipato al governo e alla maleodorante maggioranza parlamentare che lo sostiene, senza considerare – e non è un caso – che il detto Dottor Mario Draghi abbia riservato ad uomini di sua fiducia i Dicasteri “chiave” per la continuazione dello strozzinaggio monetario e del soffocamento economico della Nazione per assecondare le turbe revansciste di una Germania unificata anche a spese dell’Italia, che è sempre in preda, come la storia insegna (anzi non insegna) a conati imperialistici.

Evidentemente i nomi di Andrea Franco e Vittorio Colao a lei non dicono nulla. Per di più abbiamo assistito e assistiamo ad atteggiamenti deplorevoli di suoi economisti come Bagnai, Borghi e Rinaldi, che da feroci posizioni antieuro e anti Unione europea, sono passati a posizioni opposte con sorprendenti “salti della quaglia”. In particolare, il Rinaldi ha giustificato le sue precedenti e indiscutibili posizioni antieuro come “esercitazioni accademiche”. Non aggiungo altro per non scadere nella trivialità.

Lei ha consentito alla presenza nel governo di personaggi come Brunetta, Carfagna, Gelmini ed altri per i quali era più conveniente stendere la coltre del silenzio.

Ma quel che è assolutamente intollerabile è che la Lega abbia accreditato la partecipazione al governo di personaggi come Lamorgese, Speranza e Di Maio. Per la prima lei si è giustificato dicendo che i confini italiani, terrestri e marittimi, sono i confini dell’Europa. Le ricordo che anche i confini della Francia e della Spagna sono confini europei! Lei non ha aperto ancora bocca, e né i Ministri della Lega, dinanzi alla perdurante e accresciuta invasione di genti straniere organizzata da scafisti e ONG senza più la tradizionale fandonia del salvataggio in mare di (finti) naufraghi. Lei non ha aperto bocca dinanzi alla riconferma di Luigi Di Maio come Ministro degli Affari Esteri. Non vi è nulla di personale nei confronti di Di Maio, ma chiunque si rende conto di quanto la detta persona espone non solo a danni ma anche al ridicolo l’Italia nel Concerto delle Nazioni.

Oggi leggo che lei ha espresso solidarietà nei confronti di Roberto Speranza invitando a comprenderlo perché avrebbe passato un anno sotto pressione a causa dell’emergenza Covid-19. Non aggiungo commenti, le responsabilità in termini di vite umane di tale soggetto sono note a tutti.
Lei pensa che in questo modo la Lega accrescerà i suoi consensi, non sarà così, ne perderà molti.

Lei ignora che un vero statista non guarda all’interesse del partito ma all’interesse generale nella retrospettiva storica e nella prospettiva futura.
Lei non è uno statista e non è neanche, per come mostra nei fatti, un uomo politico. Lei è un piccolo politicante di provincia. Non se ne dolga ma queste mie considerazioni forse sono il riflesso di una pur piccola fiaccola di speranza tradita.

Cos’altro le rimane da fare? A Gerusalemme già c’è stato. Manca solo un cordiale “abrasson nous” tra lei, Luca Palamara, Luigi Patronaggio e magari anche la Karola Rakete.
Vede, Senatore, vi è un precedente storico che voleva significare superamento di incomprensioni se non di ostilità, e rappacificazione. Mi riferisco all’abbraccio ad Arcinazzo nel 1952 tra l’allora giovane On. Giulio Andreotti e il Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani.
Ma erano ben diversi personaggi espressione di valori (condivisibili o non condivisibili) ben più alti, non immiseriti nella paludosa politica dei tempi che viviamo.
Lei, Senatore, ha perso l’appuntamento con la storia e non avrà altre opportunità.

AUGUSTO SINAGRA

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One thought on “Prof. Sinagra: lettera aperta al senatore Matteo Salvini

  1. se si crede così bravo si candidi, si faccia un suo partito, e vediamo quanti voti prende… (cit.)

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