Occhio a non esagerare. Bruno Vespa condanna l’allarmismo gratuito sul coronavirus: “Gli allarmi sono giusti, visto che ieri è stato superato il tetto dei diecimila casi (di cui quasi un quarto in Lombardia) sia pure con un numero più ridotto di morti – verga il conduttore di Porta a Porta sulle colonne del Giorno -. Ma il delirio di allarmismo rischia di inginocchiare il Paese senza che ve siano i presupposti”.
Nel mirino del giornalista la “grave disattenzione” che colpisce tutto il Paese e che obbliga Vincenzo De Luca ad annunciare il coprifuoco per le 22. “Il governatore della Campania lo fa perché l’impianto sanitario, come di altre regioni del Sud, è molto fragile e non è stato fatto molto per potenziarlo”.
Secondo Vespa non si è fatto abbastanza nell’intervallo di tempo tra maggio e settembre, quando il Covid ha concesso anche qualche momento di tranquillità . Eppure per ora “è incomprensibile l’allarme generale visto che in Italia sono occupati meno del dieci per cento dei posti in terapia intensiva e in Campania meno del 20”. Eppure, stando alle ultime indiscrezioni, il governo è intenzionato ad intervenire con un nuovo, stringente, dpcm. Che dovrebbe però escludere il coprifuoco serale.
Ma le critiche di Vespa non finiscono qui e nel suo editoriale se la prende con la chiusura anticipata di bar e ristoranti, quella che lui stesso definisce senza mezzi termini “una sciocchezza”. Ad avvalorare la sua tesi le cifre che vedono un’ipotetica chiusura delle attività commerciali a mezzanotte costare 300 milioni al mese. A questo punto non resta che chiedersi “dove sono i geniali strateghi che in primavera inseguivano con i droni su spiagge deserte il bagnante abusivo e il solitario runner che correva sulla battigia?”. Spariti, così come sono spariti gli investimenti sui trasporti. “Gli unici – a detta di Vespa – a dover essere fatti” per fermare l’emergenza. liberoquotidiano.it

