Tribunale Venezia archivia abusi su una bambina, chiesta riapertura del caso

TRIBUNALE DI VENEZIA ARCHIVIA, SENZA PERSEGUIRLI, GLI ABUSI SU UNA BAMBINA. La piccola da anni racconta, inascoltata, le molestie subite dalla mamma.
L’avvocato Miraglia: «Chiedo la riapertura del caso»

VENEZIA (23 Aprile 2020). Sono anni che una bambina racconta cosa la mamma e i suoi amici le farebbero: racconti agghiaccianti, dettagliati. Ci sono stati anche dei riscontri clinici da parte dei medici dell’ospedale: ma il padre, quando ha provato a chiedere aiuto alla giustizia, non solo non ha ottenuto risposta, ma si è trovato pure denunciato dalla madre della piccola, che lui ora può vedere raramente e solo in occasione di incontri protetti.
Il tribunale non ha dato seguito alle indagini perché il perito cui si era affidato aveva ritenuto il racconto della bambina, che all’epoca aveva cinque anni, poco convincente e potenzialmente influenzato dai racconti degli adulti. Invece di limitarsi a stendere una relazione tecnica imparziale, aveva espresso un giudizio personale: e su quello si era basato il giudice per archiviare il caso, senza proseguire oltre con le indagini.

Ma la cosa terribile per questa bambina è stata la decisione di estromettere totalmente il padre dalla sua vita per affidarla in maniera superesclusiva alla mamma abusante. Che colpa aveva il padre? Di non averla riportata alla madre nel tentativo di tenerla con sé per risparmiarle il dolore degli abusi.

«Ma è giustizia questa?» chiede l’avvocato Francesco Miraglia, legale del padre della bambina, che oggi ha otto anni. «Mi rivolgo direttamente al giudice per le indagini preliminari di Venezia, affinché faccia chiarezza, non per il padre, ma per la bambina stessa. La quale un domani, quando sarà adulta, come potrà accettare una giustizia del genere, che non ha saputo difenderla né proteggerla? In mano a chi siamo se da una parte c’è chi per una carezza si è quasi trovato in galera, mentre qui una bambina palesemente abusata viene abbandonata e, anzi, il padre viene pure denunciato. Almeno, in maniera prudenziale, il giudice l’avesse allontanata dalla madre e alloggiata in una comunità protetta!».

I genitori della bimba si sono separati quando lei era in tenera età: nel corso delle visite a casa del papà ad un certo punto la piccola inizia a fare strani racconti, riferisce di essere stata toccata dalla mamma: racconti che in bocca a una bimba di appena cinque anni fanno venire i brividi. Ha anche dei fastidi insistenti e dolorosi e il padre la porta quindi al pronto soccorso, dove appunto le riscontrano sintomi potenzialmente riconducibili ad abusi, tanto che una dei medici chiama i carabinieri per segnalare la vicenda.
«Incredibilmente, però, ci troviamo di fronte a un perito che non ha ravvisato nulla di convintamente preoccupante» prosegue l’avvocato Miraglia «e a un giudice che ha archiviato il caso. Di contro però il giudice è stato molto solerte ad allontanare il padre dalla bambina, solo perché invece di riportarla alla madre, l’aveva trattenuta presso di sé, per evitarle ulteriori sofferenze».

Sono passati gli anni, la piccola ormai non vede praticamente il padre, che è stato estromesso completamente dalla sua vita. Le volte, però, in cui si incontrano, la bambina continua a raccontare gli abusi: adesso che è più grande, è più consapevole e meno influenzabile. «Per questo» conclude l’avvocato Miraglia «abbiamo presentato ricorso per avere almeno l’affidamento condiviso tra entrambi i genitori e richiesto la riapertura delle indagini e la richiesta contestuale di incidente probatorio. Deve essere fatta chiarezza, per questa bambina, che merita giustizia».

Avv. Francesco Miraglia

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