Mes, il tedesco Regling all’Italia: “Non sarà come la Grecia”

Il direttore generale del Meccanismo europeo di stabilità Klaus Regling sottolinea che se l’Italia accettasse il prestito del Mes per far fronte all’emergenza coronavirus non sarebbe sottoposta a condizioni dettagliate per il rimborso, come accadde alla Grecia dieci anni fa. “Offriamo uno strumento, una linea di credito a tutti gli Stati dell’area euro. Il fatto che sia disponibile per tutti i Paesi con “termini standardizzati concordati in precedenza” – come dice l’Eurogruppo – è una differenza rispetto a quanto avvenuto una decina di anni fa. Allora i programmi per Grecia, Irlanda o Portogallo dovettero essere molto diversi l’uno dall’altro perché i problemi erano diversi. Le istituzioni europee dovettero negoziare una condizionalità dettagliata, diversa da Paese a Paese. Stavolta non sarà così” ha spiegato Regling in un’intervista al Corriere della Sera.

“La sola condizione – ha aggiunto Regling – è di coprire i costi diretti e indiretti di sanità, cura, prevenzione. In primo luogo questo significa dottori e infermieri in più, nuovi ospedali, materiale medicale. Poi ci sono i costi indiretti dell’epidemia e vanno molto oltre il semplice acquisto dei materiali. Ciò che conta è che i Paesi che chiedono questa linea di credito possano essere rimborsati per somme pari al 2% del loro prodotto lordo (Pil) per questi costi diretti e indiretti… La condizionalità concordata all’inizio non cambierà durante il periodo nel quale la linea di credito è disponibile”.

Secondo il direttore del Mes l’Europa nella seconda fase della ricostruzione dopo la pandemia da coronavirus potrebbe avere bisogno di almeno 500 miliardi dalle istituzioni europee. “Direi che per la seconda fase abbiamo bisogno di almeno altri 500 miliardi dalle istituzioni europee, ma potrebbe essere di più.

Per quello dobbiamo discutere con la mente aperta di nuovi strumenti, ma anche usare le istituzioni esistenti, perché è sempre più facile. Inclusa soprattutto la Commissione e il bilancio Ue. Un ripensamento dei fondi europei può contribuire molto a tenere insieme l’Unione europea” ha detto Regling.  ASKANEWS

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