Coronavirus, Consulcesi: “Troppi medici morti, portiamo lo Stato in tribunale”

Davanti alla tragica quotidiana conta dei caduti in prima linea, medici ospedalieri e di famiglia, infermieri e tutte le professioni sanitarie coinvolte a diverso titolo non possiamo rimanere inermi: chiederemo conto alle Istituzioni e se necessario porteremo lo Stato, le Regioni e gli Enti locali in tribunale. D’altronde, per quanto ci riguarda, non sarebbe la prima volta visto che lo abbiamo già fatto e lo stiamo ancora facendo per gli ex specializzandi 78-2006″.

Massimo Tortorella, il Presidente di Consulcesi annuncia azioni legali per l’assenza di adeguati dispositivi di protezione con cui i sanitari stanno affrontano il Covid-19. “Medici, infermieri e tutto il personale sanitario stanno eroicamente combattendo contro il Coronavirus pagando un prezzo altissimo in termini di vite perse. I camici bianchi sono il 10 % dei contagiati totali, così da vittime rischiano di trasformarsi in untori, con gravi ripercussioni sul Sistema Salute, soprattutto a livello di prevenzione visto che i CUP sono inutilizzati e le strutture vuote.

La situazione emergenziale non può in alcun modo essere una giustificazione e per questo, oltre a difenderli contro chiunque vorrà attaccarli e sostenere le misure già intraprese previste dall’emendamento al Cura Italia, agiremo anche a tutela dei loro diritti ad ogni livello. Siamo pronti anche a lanciare azioni collettive”.

Secondo l’OMS, il personale sanitario in contatto con un caso sospetto o confermato di COVID-19 deve indossare filtranti respiratori FFP2 e FFP3 per le procedure che generano aerosol. Necessario, secondo i riferimenti competenti, l’utilizzo della protezione facciale, del camice impermeabile a maniche lunghe, dei guanti. Questo purtroppo non accade in molte strutture ospedaliere, dove il personale è costretto a lavorare in condizioni estreme, per la scarsità di DPI idonei.

“A noi – aggiunge Tortorella –segnalano di aver ricevuto mascherine della consistenza dei panni utili a raccogliere la polvere o di aver dovuto comprare da sé i dispositivi di sicurezza previsti dalla legge, di dover sostenere turni estenuanti ed, in molti casi, senza neppure ricevere una preparazione adeguata al caso concreto provenendo da reparti completamente disomogenei, oltre a doversi reperire (per i liberi professionisti) una copertura assicurativa adeguata al nuovo rischio per poter continuare a fornire la loro prestazione. Ci sono delle palesi responsabilità di cui qualcuno dovrà rispondere e Consulcesi, come sempre, sarà dalla parte degli operatori sanitari”.

Consulcesi ricorda che è possibile contattare gli esperti al numero verde 800 122777 o utilizzando
la chat del sito Consulcesi.  www.affaritaliani.it

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