Libia, “fondi UE finiti nelle mani dei trafficanti e l’ONU lo sapeva”

Lo avevano già denunciato alcune ong umanitarie nel 2017: i fondi stanziati dall’Ue (e dall’Italia) per formare la Guardia costiera della Libia e contrastare i trafficanti di esseri umani sarebbero finiti (almeno in parte) nelle mani delle stesse organizzazioni criminali che gestiscono il business del migranti. La denuncia è stata pressoché inascoltata, anche per i risultati ottenuti nel bloccare le partenze di migranti dal Paese nordafricano. Ma dopo tre anni (e centinaia di milioni stanziati), la situazione non sarebbe cambiata: secondo un’inchiesta dell’autorevole agenzia stampa americana Ap (Associated press), i fondi Ue in Libia avrebbero ingrossato i portafogli di miliziani, trafficanti e membri della Guardia costiera libica che sfruttano i migranti.

(Non solo contatti tra Ong e trafficanri, ma anche tra ONU e trafficanti, ndr)

“Quando l’Unione europea ha iniziato a incanalare milioni di euro verso Libia per rallentare la marea di migranti che attraversano il Mediterraneo – scrive l’Ap – i soldi sono arrivati ​​con la promessa di migliorare i centri di detenzione, noti per gli abusi, e combattere la tratta di esseri umani. Non è successo. Al contrario, la miseria dei migranti in Libia ha generato una rete fiorente e altamente redditizia di imprese finanziate in parte dall’Ue e rese possibili dalle Nazioni Unite“, denuncia l’agenzia.

L’Ap ricorda che l’Ue ha inviato più di 327,9 milioni di euro in Libia, a cui si aggiungono i 41 milioni approvati all’inizio di dicembre. Soldi che sono arrivati nel Paese del Nord Africa attraverso le agenzie Onu. Ma “in un Paese senza un governo che funzioni, grosse somme del denaro europeo sono state distratte a favore di reti connesse di miliziani, trafficanti e membri della Guardia costiera che sfruttano i migranti”

In alcuni casi, scrive l’Ap, i funzionari Onu erano al corrente del fatto che soldi finissero alle milizie, stando a “mail interne” ottenute dall’agenzia. Per quanto riguarda la Guardia costiera, “addestrata ed equipaggiata dall’Europa per tenere i migranti lontani dalle proprie coste”, alcuni dei suoi membri, denuncia l’Ap, “riportano alcuni migranti nei centri di detenzione in base ad accordi con le milizie e ricevono tangenti per permettere ad altri di arrivare in Europa“. Le milizie, poi, sarebbero riuscite a intascare parte dei fondi europei forniti attraverso le Nazioni Unite per dare cibo ai migranti. “In molti casi, il denaro va nella vicina Tunisia per essere riciclato, e quindi ritorna alle milizie in Libia”, ha ricostruito l’Ap.

europa.today.it

 

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