Figli sottratti, torna a casa il ragazzino maltrattato in comunità

ROMA (16 Dicembre 2109). E’ davvero finito l’incubo di un ragazzino romano, sottratto alla madre dopo cinque anni dall’emissione del decreto e fuggito nel frattempo dalla comunità in cui era alloggiato perché lo maltrattavano. Ora è di nuovo a casa con la mamma e ci resterà grazie alla sentenza emanata ieri pomeriggio dal giudice. «Ma allora il provvedimento emanato in precedenza era sbagliato?» si interroga l’avvocato Francesco Miraglia, cui la madre del ragazzino si era rivolta «e pertanto il bambino era stato ingiustamente allontanato da casa propria? Ma come lavora la giustizia?».

Il ragazzino ha dieci anni e nel 2014 fu oggetto di un decreto di allontanamento dalla madre, scaturito in seguito ad alcuni diverbi intercorsi con la scuola. Un provvedimento, in realtà, mai eseguito e pareva che i Servizi sociali si fossero dimenticati di loro, fino a quando, la scorsa primavera, dopo cinque anni, si sono ripresentati alla loro porta: la madre aveva protestato a scuola per degli atti di bullismo subiti dal figlio, la scuola aveva fatto una segnalazione e il tribunale aveva rivangato il vecchio decreto. Il ragazzino era stato portato di corsa in comunità, dove però era stato maltrattato e dove non era nemmeno stato curato per giorni da un’infezione. La mamma era corsa a riprendersi il figlio, denunciando l’operatore per abuso di metodi correttivi.

Dopo la “fuga”, il ragazzino stesso aveva scritto di suo pugno che voleva rimanere con la sua mamma e ieri si è svolta l’udienza per stabilire le sue sorti. «Il giudice ha stabilito che debba rimanere a casa propria» prosegue l’avvocato Miraglia «e sarà attivato un percorso domiciliare, di sostegno anche psicologico per madre e figlio, coinvolgendo pure la scuola. È stata quindi fissata un’ulteriore udienza a marzo per verificare l’andamento del progetto di sostegno. Di questo non possiamo che essere contenti e soddisfatti, ma non possiamo nemmeno esimerci dal porci delle domande: a questo punto chi ha sbagliato?

Chi l’ha portato via dopo cinque anni dal provvedimento oppure adesso, che la situazione si è ribaltata dopo la sua fuga? Se questa è la giustizia minorile mi pare venga fatta “ con una superficialità inaudita”. Premettendo che comunque i bambini devono rimanere sempre e comunque con i propri genitori, quando non ci siano motivi gravissimi per la loro incolumità, in questo caso mi pare si sia operato con tanta, troppa leggerezza e a rimetterci in prima persona era, primo fra tutti, il bambino».

Avv. Francesco Miraglia

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