Aumentano spese sanitarie pagate di tasca propria dai cittadini

Crescono e si consolidano le segnalazioni dei cittadini sui costi sostenuti per ticket, farmaci, visite specialistiche in intramoenia o nel privato. L’aumento delle spese sanitarie pagate di tasca propria sono un problema soprattutto per le fasce di popolazione che hanno pagato il prezzo più alto per i lunghi anni di crisi finanziaria del Paese. E a quelle già elencate si aggiungono quelle, ben più elevate, sostenute per pagare badanti, la retta di una Rsa o di una struttura per lungodegenti.

Sono alcuni dati del 22esimo Rapporto Pit Salute di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, presentato oggi a Roma, e realizzato con il sostegno non condizionante di Fnopi, Fnomceo e Fofi. Il primo dei problemi lamentati dai cittadini è quello del costo dei ticket per gli esami diagnostici e per le visite specialistiche: nell’ambito dei costi a carico dei cittadini le segnalazioni sono passate del 30,9% del 2017 al 32,2% del 2018.

In aumento anche le difficoltà di accesso ai farmaci legate al costo: il dato relativo passa dal 23,8% al 31,5% con un aumento dovuto fondamentalmente al cambiamento in negativo delle condizioni socioeconomiche di una fetta sempre maggiore della popolazione. Anche le segnalazioni di costo eccessivo per le prestazioni in intramoenia sono in crescita – dal 14,6% del 2017 al 16,9% del 2018 – a confermare che il ricorso all’intramoenia è sempre più una prassi consolidata per rispondere alle richieste inevase nel canale pubblico o per erogare servizi sul territorio e nei luoghi più prossimi ai cittadini.

Per Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva è “importante la scelta dell’abolizione del superticket” che va “nella giusta direzione, così come alcune misure contenute nel Patto per la salute, quali i nuovi fondi a disposizione e la possibilità di assumere nuovo personale che possa migliorare gli standard di erogazione e possibilmente contribuire alla riduzione delle liste di attesa”. (Adnkronos Salute)

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