Commissione Segre-Boldrini, una furbata ambigua e subdola

Di colonnello Savino Paternò

Con tutto il rispetto che si deve alla Segre, e a qualsiasi vittima della shoah, questa commissione contro l’odio mi pare una mastodontica minchiata! Una minchiata furbetta, non solo inutile e stucchevole, ma anche ambigua e subdola.
Esprimo tali esecrabili considerazioni, candidandomi così a prima vittima sacrificale della Commissione dei diffusori d’amore, perché non mi sono limitato a sciropparmi la notizia sui quotidiani di regime, dove si inneggia alla sacrosanta messa al bando dell’antisemitismo, ma, guarda un po’, mi sono letto il testo integrale della mozione.

Ebbene, nel testo sacro c’è scritto che la commissione avrà il compito di contrastare “tutte le forme di incitamento all’odio razziale, xenofobia, antisemitismo, antislamismo, antigitanismo, discriminazione verso minoranze e immigrati”.
E qui nasce il primo dubbio: a che serve una commissione parlamentare quando c’è già una copiosa produzione normativa che, oltre a punire i reati di minacce, ingiurie e diffamazioni, reprime qualsiasi incitamento alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122), colpendo finanche coloro che esprimono affermazioni negazioniste della Shoah (legge 16 giugno 2016, n. 115)?

All’impertinente domanda risponde il testo parlamentare, asserendo che alcune affermazioni “anche se non sempre sono perseguibili sul piano penale, comunque costituiscono un pericolo per la democrazia e la convivenza civile”. Capito? Per cui saranno messe al bando anche le opinioni che, seppur legittime, saranno da loro reputate “pericolose”.
Ma non solo… le espressioni censurabili saranno anche quelle “sorrette da etnocentrismo o nazionalismo aggressivo”. Qui immagino quanto gli prudevano le mani per mettere al posto del termine “nazionalismo”, quello più calzante di “sovranismo”, ma l’indecenza ha pur un limite.

Ebbene, poiché l’etnocentrismo è la tendenza a giudicare la cultura dei gruppi umani diversi da quello di appartenenza secondo i propri valori, sostenere, per esempio, che i bambini dovrebbero andare a scuola e non essere costretti a mendicare, rubare, vivere tra i topi e fare figli a 12 anni, come costume dei “gitani”, potrà essere sanzionabile. Parimenti, asserire che le donne hanno pari dignità degli uomini ed è aberrante tarparle nel burka, come fanno alcuni islamici, potrà essere schedata come una forma di “etnocentrismo”.

Ma non finisce qui. Secondo la Santa Commissione “l’incitamento è anche sostenere azioni come l’espulsione di un determinato gruppo di persone dal paese”. Quindi, con tale frase generica, bisognerà anche stare a attenti a ritenere che tutti i clandestini vanno espulsi, o che vadano immediatamente rimpatriati coloro che in qualsiasi modo agevolano organizzazioni terroristiche islamiche.

Da ora in poi, quindi, occhio a quello che si può e non si può scrivere. Negare lo stermino degli ebrei è vietato, viceversa negare l’eccidio nelle foibe degli italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia è tollerabile. I nipotini di “10, 100, 1000 Nassirya”, potranno continuare a gioire alla morte di qualche sbirro, con esultazioni del tipo “uno di meno!”, scansando i rimbrotti della Commissione (gli sbirri mica sono una minoranza etnica). E sia chiaro che è vietato l’antisemitismo e non l’antisionismo, altrimenti chi glielo va a spiegare a quelle anime belle dell’ANPI che ogni anno cacciano in malo modo la brigata ebraica dalle manifestazioni sulla resistenza.
Eh sì, perché c’è odio e odio. Insomma, tutti gli odiatori sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri…

Bah, premesso che molte espressioni odiose che si leggono sui social più che incitamento all’odio sono uno sfoggio di imbecillità, e la mamma dei cretini non la sterilizzi con un inutile comitato di censori, dato che una commissione non si nega a nessuno, vedremo all’opera tali sorveglianti del pensiero.
Ma che compiti avranno? E qui torna nuovamente utile la lettura del testo sacro. La commissione avrà “compiti di osservazione e studio con funzioni propositive, di stimolo e di impulso”. E fino a qua è aria fritta utile solo per giustificare gli emolumenti che verranno elargiti ai componenti. La parte determinante viene dopo: “la commissione potrà segnalare ai gestori dei siti internet i casi di intolleranza riscontrati chiedendo la rimozione dal web dei relativi contenuti”.

Ecco il vero succo di tutta la questione: il maledetto web, i vituperati social! Quel luogo immondo dove ognuno può esprimere la propria opinione e leggere quella degli altri. Quell’inferno mediatico in cui gli avversari politici parlano direttamente con la gente, senza che le loro parole sia filtrate, interrotte, sviate dal bravo intervistatore televisivo, subito pronto a smentire le tesi scomode con abili servizi montati ad arte, e a lanciare contro l’interlocutore le contro tesi del parterre di ospiti tutti fisiologicamente diversi, ma ideologicamente identici. Che diavolo, qui la gente si forma un’opinione senza leggere Repubblica!

E allora ben venga la Commissione che ci educhi insegnandoci cosa dire, che parole usare, quali libri leggere, che emozioni provare, in che modo sorridere e cosa pensare.
E noi, finalmente depurati dall’odio che ci abbrutiva, con il cuoricino colmo d’amore, diventeremo tutti coccolini amorosi, umani, accoglienti, garantisti, multietnici ed ecosostenibili; mangeremo tortellini di pollo bevendo bibite senza zucchero, e, trotterellando felici, tenendoci per mano, andremo soavi e radiosi… ad impiccare a testa in giù quei topi di fogna dei fascisti

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