Taser alle forze dell’ordine, Amnesty si mette di traverso

Il Taser, la pistola elettrica, da giugno sarà in dotazione alle forze dell’ordine da nord a sud. Lo ha annunciato qualche giorno fa Matteo Salvini, ministro dell’Interno, secondo cui, dopo la sperimentazione in alcune città avviata nel settembre scorso, dal prossimo mese di giugno le pistole Taser saranno utilizzate in tutta Italia. Amnesty International rinnova le proprie preoccupazioni circa le possibili conseguenze dell’impiego di tale arma.

Taser in mano alle forze dell’ordine: pro e contro – – Un anno fa, quando venne emanata la prima circolare da parte della Direzione anticrimine, Amnesty aveva chiesto che, prima dell’introduzione di quest’arma, venisse effettuato uno studio sui rischi per la salute collegati al suo impiego e fosse garantita una formazione specifica e approfondita per gli operatori delle forze di polizia: “Pur riconoscendo che la Taser sia un’arma utile, più sicura di molte altre armi o tecniche utilizzate per bloccare individui pericolosi e aggressivi, in non pochi casi nei paesi in cui è già in uso risulta impiegata nei confronti di persone vulnerabili o che non rappresentano una minaccia seria e immediata per la vita o per la sicurezza degli altri”.

L’avvertimento di Amnesty è chiaro: “Di fronte a un uso standardizzato delle pistole Taser da parte delle forze di polizia, compresa la polizia locale, rinnoviamo con urgenza le richieste fatte nel 2018 affinché siano adottate tutte le precauzioni e messi a disposizione i necessari studi medici onde scongiurare al massimo gli effetti letali di un’arma “non letale”.

Il parere del sindacato Sap è invece totalmente favorevole: “Il Taser, strumento non letale, si è rivelato durante la sperimentazione molto utile ed efficace con soggetti esagitati o violenti; interventi risolti il più delle volte solo con l’esibizione della pistola elettrica che ha sortito come deterrente e che ha indotto i soggetti a desistere nel commettere reati di violenza o resistenza”.

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