Riscaldamento globale? Ecco chi c’è davvero dietro Greta Thunberg

di Roberto Vivaldelli  —   www.occhidellaguerra.it

Chi c’è davvero dietro Greta Thunberg, la 15enne attivista svedese che ha iniziato la scorsa estate a manifestare una volta la settimana davanti al parlamento di Stoccolma chiedendo un impegno maggiore del suo governo su clima e ambiente? L’adolescente affetta dalla sindrome di Asperger che lotta contro il cambiamento climatico è diventata un simbolo globale, citata di recente anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Nelle scorse ore, come riporta l’Ansa, l’attivista era ad Amburgo, in Germania. “Scioperiamo perché noi abbiamo fatto i nostri compiti a casa e i politici no”: lo ha detto l’attivista al termine del corteo degli studenti organizzati da Fridays for Future. “Siamo arrabbiati perché le generazioni più vecchie ci stanno rubando il futuro e non lo accetteremo più” ha proseguito Greta. “Noi continueremo finché non faranno qualcosa, saremmo pazienti perché è il nostro futuro ma se non faranno niente, dovremo fare qualcosa noi, e lo faremo” ha continuato.

Chi c’è davvero dietro Greta Thunberg

Ogni venerdì mattina, Greta si reca di fronte al Riksdag, il parlamento svedese, e rimane lì, con un cartello in mano: Skolstrejk för klimatet, sciopero scolastico per il clima. All’inizio era da sola, supportata solo dai genitori, poi la sua protesta è diventata virale. Tanto che a dicembre ha partecipato alla Cop24, la ventiquattresima conferenza sul clima che si è tenuta a Katovice, in Polonia. Lì ha tenuto un discorso che ha fatto il giro del mondo.

Di lei, il presidente Sergio Mattarella ha detto: “Greta, la giovane svedese sta sottoponendo le istituzioni europee a una forte sollecitazione sui temi ambientali. Il suo discorso – ha sottolineato il presidente della repubblica parlando a Viterbo – sia una spinta per le istituzioni”. La domanda è: come ha fatto Greta Thunberg a diventare un fenomeno globale di questa portata? Si tratta di un fenomeno così spontaneo?

Secondo Andreas Henriksson, giornalista d’inchiesta svedese, c’è chi sull’immagine di questa ragazza adorabile ci ha marciato, eccome. Secondo la sua ricostruzione, lo sciopero scolastico altro non era che parte di una strategia pubblicitaria più ampia per lanciare il nuovo libro della madre di Greta, la celebre cantante Malena Ernman – che nel 2009 partecipò anche all’Eurovision e vanta diverse apparizioni televisive. E il grande stratega mente di questa campagna sarebbe Ingmar Rentzhog, esperto di marketing e pubblicità, che ha sfruttato a sua volta l’immagine della ragazza per lanciare la sua start up.

La ricostruzione del giornalista svedese

“Ora posso dire che la persona che sta dietro al lancio del libro e lo sciopero scolastico, e la successiva campagna di pubbliche relazioni sul problema del clima, è il Pr professionista Ingmar Rentzhog” scrive il giornalista Andreas Henriksson sul suo profilo Facebook.

La bella storia di Greta Thunberg inizia il 20 agosto 2018. Rentzhog, che è fondatore della start-up We Do not Have Time, incontra Greta di fronte al Parlamento svedese e pubblica un post commovente sulla sua pagina Facebook. Siamo al primo giorno dello sciopero iniziato da Greta. Curiosamente, quattro giorni più tardi, il 24 agosto, esce il libro dei genitori di Greta, Scenes from the Heartche racconta i dettagli della vita privata della coppia e della figlia. Una banale coincidenza? Forse.

I rapporti con la start up

Per capire chi è Ingmar Rentzhog occorre fare un altro passo indietro. Nel maggio 2018, è stato assunto come presidente e direttore del think tank  Global Utmaning, che promuove lo sviluppo sostenibile e si dichiara “politicamente indipendente”. Sarà, ma il suo fondatore è nientemeno che Kristina Persson, figlia del miliardario ed ex ministro socialdemocratico dello sviluppo strategico e della cooperazione tra il 2014 e il 2016. Attraverso l’analisi dei tweet del think tank, si deduce un forte impegno politico alla vigilia delle elezioni europee, a favore di un’alleanza che andrebbe dai socialdemocratici alla destra svedese. I nemici sono i “nazionalismi” che emergono ovunque in Europa e nel mondo.

Ma torniamo alla start up.We Do not Have Time, infatti, è decollata pochi mesi fa proprio grazie a Greta. Il 24 novembre Rentzhog la nomina nel board. Solo tre giorni dopo, la start up lancia una campagna di crowfunding per 30 milioni di corone svedesi (circa 2,8 milioni di euro). Greta è nominata ovunque. Lo stesso Ingmar Rentzhog si vanta di “aver scoperto” la ragazza ma nega, in seguito di averne sfruttato l’immagine per raccogliere denaro, pur sostenendo di “aver avuto un ruolo centrale nella crescita della sua popolarità”.

Il quotidiano svedese Svenska Dagbladet non ci sta e accusa la start up di aver sfruttato la ragazza e la sua battaglia per il clima per i propri tornaconti personali. Dal canto loro, i genitori sostengono che la battaglia di Greta è assolutamente genuina e sincera ma non smentiscono affatto i rapporti con Rentzhog e il suo entourage. A giudicare da questi fatti viene da pensare che (l’ammirevole) battaglia di Greta sia nata tutt’altro che per caso. Certo, lei non ha assolutamente nulla da rimproverarsi. Forse chi le sta accanto, un po’ sì.

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