Rivolta dei nigeriani a Ferrara, sindaco Pd: ”colpa del Decreto Salvini”

Una volta era il quartiere verde della città, dove tutti i ferraresi avrebbero voluto abitare. Da un po’ di tempo la sigla Gad, Giardino Arianuova Doro, è diventata invece sinonimo di degrado e insicurezza. La rivolta scoppiata l’altro ieri sera, con bidoni rovesciati e una cinquantina di persone straniere urlanti in strada a fronteggiarsi con Carabinieri, Polizia e Esercito, è l’ultimo capitolo di una situazione che sta esasperando i residenti e diventa sempre più campo di polemiche, anche politiche.

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, promette un intervento di persona a Ferrara. Già in passato aveva commentato gli episodi di criminalità nella zona, che hanno spesso al centro gli africani, in tanti nell’area tra stazione, stadio e grattacielo. “Roba da matti. Grazie alle Forze dell’ordine. Sarò presto in città per mettere un po’ di cose a posto”, ha detto il vicepremier.

Tutto si è innescato per un cortocircuito nel passaparola. Verso le 20.30 un presunto spacciatore nigeriano di 28 anni è sfuggito a un controllo dei carabinieri e nell’inseguimento è stato investito da una Dacia Duster, guidata da un privato cittadino. E’ stato portato all’ospedale, in condizioni non gravi. Ma la voce che si è sparsa tra diversi suoi connazionali era che fosse morto, travolto dagli stessi militari: e così gli africani sono scesi in strada, a protestare.

Hanno rovesciato i bidoni e in mezzo a viale Costituzione si è creato un tappeto di rifiuti e bottiglie di vetro rotte. Non ci sarebbero stati contatti con le forze dell’ordine, ma solo grida e espressioni di rabbia. E’ stato necessario però chiamare un mediatore culturale per spiegare al gruppo inferocito che il giovane era solo ferito e a quel punto la tensione si è abbassata. Il 28enne è stato poi denunciato per detenzione di stupefacenti perché trovato in possesso di una piccola quantità di droga e i carabinieri sono al lavoro per identificare i partecipanti alla rivolta.

Il sindaco: da mettere in relazione con il decreto sicurezza – I residenti del Gad, riuniti in associazione, chiedono “qual è la reale situazione di sicurezza che esiste nel quartiere” e un incontro con questore, prefetto e sindaco per “avere informazioni chiare, precise e veloci su quanto è realmente accaduto”. Per il primo cittadino, Tiziano Tagliani, quanto successo é “un sintomo evidente di una tensione complessiva del nostro Paese che nuoce alla tranquillità dei cittadini e che non può non essere messa in relazione con il decreto sicurezza; un decreto, come ho già detto appena uscito, che non migliora i livelli di sicurezza ma rischia di diventare una nuova emergenza“.  https://notizie.tiscali.it

La testimonianza dal luogo della rivolta

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