Assemblea dei Gilets Gialli a Parigi, invitati anche Borghezio e Manocchia

I Gilets Jaunes? Vogliono solo le dimissioni di Macron e nuove elezioni!

I Gilets Jaunes non si fermeranno fino a che Macron, considerato il Presidente dei ricchi e burattino della finanza globalista, non si dimetterà e non verranno indette nuove elezioni.
La rivolta sulla carbon tax dei Gilets Jaunes è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, già stracolmo, perché è solo uno dei tanti punti di contrasto con le politiche di austerità e di rigore del governo Macron.

In realtà, i Gilets Jaunes sentono che è venuto meno il sentimento francese “Liberté, Égalité, Fraternité,” o “Libertà, uguaglianza, fratellanza”, da sempre il collante tra i diversi strati sociali del Paese.
Realisticamente, essi combattono i disagi causati dalla riduzione del potere di acquisto, da un’alta tassazione, una dilagante immigrazione, un’elevata disoccupazione, l’economia stagnante e un debito nazionale di oltre 2,5 trilioni di dollari, insieme ad altre questioni economiche e sociali.

Questo sentimento nazionale, che è venuto meno, ha generato la formazione dei Gilets Jaunes, un movimento spontaneo di popolo, composto soprattutto dalla classe media francese e dai meno abbienti.
Si sono già svolte una decina di manifestazioni in tutta la Francia, che è tuttora scossa dalle proteste, ma soprattutto dalle violenze, causate da alcuni gruppi esterni, infiltratisi nelle manifestazioni.

Ora, anche in altri Paesi come in Belgio e in Olanda, nascono e si stanno organizzando movimenti spontanei di protesta e, se le cose non cambiano in vista delle elezioni europee, o non vengono attenuate come è successo in Italia col governo gialloverde che finora ha scongiurato queste sommosse, queste sono prevedibili in tutta Europa.

Dopo una dozzina di settimane di proteste (e violenze) nel tentativo di salvare la sua carriera politica, Macron, con un discorso più infantile che politico, travestito da Babbo Natale, aveva detto di aver sentito e compreso il malcontento e aveva promesso ai Gilets Jaunes diversi regali di Natale che includevano:  aumento del salario minimo; politiche per aiutare tutti i laureati a trovare un lavoro; pagare gli straordinari senza tasse e un bonus di fine anno non tassato per ogni lavoratore.
Ma i Gilets Jaunes non si sono fatti abbindolare e le proteste sono continuate, anche dopo che il governo ha abbandonato la proposta sulla tassazione del gas.

I manifestanti chiedono apertamente e costantemente che Macron si dimetta e condividono la convinzione che le tasse siano troppo alte e che danneggino sia la classe operaia, che le piccole imprese. Questo produce una sensazione di frustrazione perché, malgrado il peso insostenibile delle tasse imposte, i cittadini ricevono in cambio una scarsa qualità della vita, programmi inadeguati di assistenza ed enormi difficoltà finanziarie da affrontare.

Il tutto, fa copia incolla con altri Paesi Membri della UE, Italia compresa. E’ quindi, la medesima frustrazione è condivisa da molti altri cittadini europei, Belgio e Olanda soprattutto, dove, in particolare a Bruxelles, città simbolo della causa del male, sono emerse proteste anche violente.

Una delle ragioni per cui le proteste sono diventate eventi politici significativi è che parte dalla classe media si sente minacciata dallo status quo. E sappiamo bene che la classe media è un fattore critico per la sopravvivenza di qualunque regime, perché ha accesso ai social media e denaro sufficiente per la mobilità, per spostarsi in città come Parigi o altre, per protestare contro il governo Macron.

I Gilets Jaunes potrebbero trasformarsi in un partito politico, il quale potrebbe fungere da meccanismo per trasformare la Francia e condurre alla fine del regime socialista, oppure aderire o confluire in DLF, Debout La France, il partito sovranista guidato da Nicolas Dupont-Aignan, un politico francese già candidato presidenziale, la cui roccaforte è nella regione dell’Essonne, a sud di Parigi. Fin dall’inzio, il Partito DLF ha sostenuto il movimento dei gilet gialli.

Nicolas Dupont-Aignan sta incoraggiando i patrioti e i sovranisti ad unirsi ed ha invitato Macron ad autorizzare un referendum sui principali problemi, ad attuare politiche che portino soluzioni reali a lungo termine per ridurre le tasse, dare respiro al popolo francese stremato e contenere le spese governative il cui debito è di oltre 2,5 trilioni di dollari.

All’Assemblea dei Gilets Jaunes, che si terrà il 17 marzo all’Espace Jean Monnet di Rungis, nell’hinterland di Parigi, sono stati invitati come ospiti anche l’Europarlamentare Mario Borghezio e Armando Manocchia, direttore di Imolaoggi.it e presidente dell’Associazione Una Via Per Oriana Fallaci.

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