Governo, Renzi: “Tra qualche mese torneranno i tecnici”

“Sta andando tutto a carte quarantotto. Di qui a qualche mese torneranno i tecnici al governo. Quelli che io ho (non) combattuto per ristabilire il primato della politica. Mi dispiace e mi preoccupa”. Lo dice Matteo Renzi, nel libro di Bruno Vespa ‘Rivoluzione. Uomini e retroscena della Terza Repubblica’, in uscita da Rai Eri Mondadori il 7 novembre.

Renzi ritorna al post elezioni politiche. “Quando la mattina del 5 marzo mi chiamò Franceschini per dirmi in modo sbrigativo che dovevo andarmene, capii che c’era una parte del Pd che fin dalla notte elettorale immaginava che noi dovessimo metterci d’accordo con i 5 Stelle. C’era un’ala della vecchia sinistra democristiana che si poneva di romanizzare i barbari”.

Ricordando i suoi incontri con gli emissari M5S, Renzi dice: “Avemmo un dialogo molto civile. Volevano un accordo che partisse da Di Maio premier. Non mettevano veti, anzi si auguravano che portassi la mia esperienza in Italia o all’estero. Manco morto, risposi, io non ci sono, noi non ci siamo”. “Appena vidi che si stava stabilendo una intesa tra Martina e Fico – prosegue Renzi – mi accorsi che si era creato un sistema. La strategia era molto chiara: mettevano la pallina dell’accordo su un piano inclinato, non rendendosi conto che nella base del Pd nessuno voleva l’accordo e speravano che fosse troppo tardi per dire no. Questa scelta sarebbe stata una follia e l’ufficializzazione del bipolarismo populista: Lega contro 5 Stelle e noi a fare i portatori d’acqua”.

“Eravamo una diga contro il populismo e questa diga è stata corrosa all’interno prima di essere distrutta da fuori. Il fuoco amico più che 5 Stelle ha sconfitto il Pd, chi mi ha fatto la guerra sono stati i miei, sempre. Di Maio e Salvini hanno potuto muoversi in totale libertà e autonomia. Io non ho ricevuto alcun sostegno. E’ una cosa sconvolgente”, aggiunge l’ex segretario dem. (AdnKronos)

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