Mamma con figlio disabile licenziata, giudice dà ragione a Ikea

Il Tribunale di Milano ha giudicato “non discriminatorio” il licenziamento di Marica Ricutti, la mamma, che ha fatto ricorso e chiesto il reintegro, oltre al risarcimento del danno per essere stata licenziata dal colosso svedese per non avere rispettato i turni di lavoro. Il giudice ha valutato “gravi” i comportamenti della lavoratrice, al punto tale da “ledere il rapporto di fiducia tra datore e lavoratore”.

Secondo Ikea, è stata riconosciuta “la gravità dei comportamenti” tenuti dalla ex dipendente e, “conseguentemente, ha confermato la legittimità della decisione di interrompere il rapporto lavorativo”. La donna, divorziata con due figli di cui uno disabile, era stata licenziata il 21 novembre dello scorso anno.

La decisione, dice all’Adnkronos l’avvocato Luca Failla, legale di Ikea, “non è una sopresa. Si tratta di un risultato nel quale abbiamo creduto tutti sin dall’inizio”. “Il giudice ha seguito tutta l’impostazione ed è stata fatta una istruttoria approfondita. Dunque sono state sentite testimonianze e all’esito di questo è stata esclusa ogni discriminatorietà del comportamento di Ikea” evidenzia Failla. “Dunque il giudice – sottolinea – ha escluso ogni discriminazione a carico della società e sono stati accertati i gravi fatti che erano alla base della lettera di contestazione. Comportamenti gravi e reiterati che il giudice ha valutato come seri e dunque ha ritenuto che il licenziamento fosse proporzionale rispetto ai fatti”. “Gli episodi contestati non attengono in alcun modo a giornate in cui veniva in discussione l’esigenza del bambino. E’ stato escluso che in quei giorni in cui la persona si è determinata con orari non in linea con quelli di lavoro fossero giustificati da esigenze di cura del bambino” aggiunge l’avvocato Failla.

Per il legale Failla “la decisione, confermata dai testimoni che sono stati ascoltati durante il procedimento, restituisce la verità dei fatti a una vicenda che in questi mesi è stata interpretata in maniera strumentale e di parte, diffondendo tra l’opinione pubblica un’immagine di Ikea che non corrisponde ai valori che esprime nel suo impegno quotidiano verso clienti, dipendenti e fornitori”. ADNKRONOS

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