Rosy Bindi: “Mafie forti e pericolose, democrazia a rischio”

In Italia le mafie sono ancora forti e pericolose, ormai stabilmente insediate in ampi territori delle regioni centro settentrionali, nonostante gli importanti successi dell’apparato investigativo di contrasto. E dimostrano una straordinaria capacità di espansione nel resto del mondo, dove ormai hanno diversificano i loro investimenti riciclando gli ingenti proventi del traffico di droga.

Da Nord a Sud collusioni tra la ‘ndrangheta e il Pd

E’ quanto emerge dalla relazione finale sull’attività della XVII legislatura della Commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi e approvata stasera all’unanimità. La relazione sottolinea la pervasività dei poteri criminali nell’economia, nella politica e nella società; l’evoluzione del metodo mafioso, sempre più corruttivo e collusivo, e le diffuse reti di relazione, occulte e non, con il mondo delle professioni e della pubblica amministrazione.

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Nel tempio dell’Ascia Nera, la mafia nigeriana a Milano – video

African voice: Europa, attenzione all’Immigrazione Dietro questo fenomeno si nasconde un network mafioso che non è in mano agli europei ma agli africani.

“Di fronte ad un potere criminale pervasivo che non rinuncia all’esercizio della violenza quando è necessaria, ma che ormai si impone facendo leva sulle complicità e i troppi varchi del sistema legale, i cedimenti del principio di legalità, che si registrano in troppi ambiti della vita pubblica e civile, costituiscono un serio rischio per la tenuta democratica del Paese”, evidenzia in un passaggio la Relazione.

Nelle oltre 500 pagine del documento, oltre ad illustrare le dinamiche attuali di cosa nostra, ‘ndrangheta, camorra e sacra corona unita vengono analizzate anche le nuove forme di mafie originali e autoctone. La Relazione indica gli ambiti in cui è necessario alzare il livello dell’attenzione e della prevenzione alle infiltrazioni mafiose: dai condizionamenti mafiosi nell’economia legale e nella finanza al gioco d’azzardo, nuova e redditizia frontiera degli affari criminali; dalla sanità all’immigrazione, dove si evidenzia la capacità delle mafie di sfruttare le fragilità sociali e le nuove emergenze.

Sottolinea la necessità di sviluppare una nuova cultura dell’antimafia, propone linee di intervento organizzativo e legislativo perché la sfida alle organizzazioni criminali diventi prassi costante delle istituzioni del Paese e impegno civile e culturale di tutta la comunità nazionale.

Critiche arrivano invece dal deputato Riccardo Nuti, l’unico a votare contro la Relazione: “mostra per l’ennesima volta la pavidità dei parlamentari nell’affrontare i veri temi di lotta alla criminalità organizzata, dal sistema Saguto (senza un’autocritica da parte della commissione) alla gestione dei beni confiscati, fino alle collusioni delle associazioni antimafia”.  (con fonte ANSA)

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