Di Gabriele Bertocchi
Trattamenti urgenti, come il pronto Soccorso o il ricovero in ospedale. E ancora vaccinazioni, profilassi e bonifiche per le malattie infettive. Senza dimenticare la tutela della salute del minore e della donna in gravidanza: tutto gratis. Lo dice la legge italiana. E Sanità gratuita anche verso i clandestini. Gratis per loro per noi invece è un salasso.
Le cifre sono altissime. Una ferita profonda nel sistema sanitario nazionale dalla quale fuoriesce denaro. I milioni che le Aziende sanitarie locali sborsano ogni anno per le spese agli irregolari sono molti. Costi che pesano: molte asl si indebitano, finisco in rosso e sono costretta a tagliere personale e posti letto. Inoltre cono costrette – soffocate dal peso delle spese – a chiedere aiutare allo Stato.
La situazione ha due punti cruciali. E vanno a braccetto. Lo Stato rimborsa solo una parte delle spese, pescando i soldi dal Sistema sanitario nazionale, alimentato chiaramente dalle tasse degli italiani. Il motivo? Arriviamo così al secondo problema. I costi sono dovuti a immigrati irregolari e non profughi, sbarcati o richiedenti asilo, inseriti in qualche modo in un sistema di accoglienza, sostenuto, almeno in parte, dall’ Europa, come sottolineano da La Verità .
In termi tecnici vengono definiti stranieri temporaneamente presenti. Per loro lo Stato, attraverso il ministero della Salute ha stanziato 31 milioni di euro. Cifra sottostimata che basterà a pagare forse due terzi del totale. Accade sempre così: chiedetelo all’Emilia Romagna che nel solo 2016 ha speso la bellezza di 8 milioni di euro per erogare servizi e prestazioni essenziali a cittadini stranieri non in regola. Ne sono rientrati solamente 3,2 milioni. Nel 2015 invece le Ausl del territorio spesero in tutto 7,7 milioni di euro per assistere i clandestini e, anche in quel caso, ottennero un rimborso solo parziale, pari a 5,5 milioni. I numeri aumentano andando a controllare gli anni passati: dal 1998 al 2014 le sanitarie dell’Emilia Romagna hanno erogato prestazioni ad irregolari per 90,8 milioni di euro, sottolinea La Verità . Anche in questo caso ne sono due terzi, ovvero 60 milioni.
Anche il Veneto non è messo meglio. Nel 2016 – si legge sul quotidiano diretto da Maurizio Belpietro – le spese complessivamente rendicontate sono state pari a 8.501.000 euro, cifra in costante crescita negli ultimi anni (+22% tra il 2014 e il 2015 e ancora +6% nell’ ultima rilevazione). Cifre da capogiro che non trovano rimborsi adeguati.
