Libia, la UE regala altri 100 milioni di euro all’ONU “per i rifugiati”

Altri 100 milioni per favorire i rimpatri “volontari” e far fronte al caos e agli abusi dei campi libici. O almeno, per provarci. L’Unione europea ha approvato oggi un nuovo stanziamento per appoggiare il lavoro dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim – Onu) e dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) in Libia.

Lo ha annunciato l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini, in una conferenza stampa a seguito di una riunione del gruppo di lavoro per l’immigrazione avviato da Onu e Unione africana. Mogherini ha sottolineato che solo dallo scorso 28 novembre la collaborazione con l’Oim ha contribuito al rimpatrio volontario “e degno” nei Paesi di origine di 3.100 migranti che si trovavano in Libia, il che porta a oltre 16.500 le persone che hanno ricevuto questo tipo di assistenza quest’anno, contro i 2.700 del 2016. Il gruppo di lavoro, inoltre, si è impegnato a prestare assistenza al rientro volontario di altri 15mila migranti “in soli due mesi”, entro febbraio del 2018, ha riferito sempre Mogherini. “Però non tutti coloro che si trovano in Libia sono in condizioni di potere tornare, alcuni hanno bisogno di protezione internazionale”, ha sottolineato l’Alta rappresentante della diplomazia Ue, ricordando che per questo l’Ue ha previsto al momento 14mila posti di ricollocamento, in base a criteri e standard internazionali “rigidi”.

Per Mogherini, tuttavia, “questo non è sufficiente” dal momento che bisogna superare il meccanismo delle “detenzioni sistematiche” e “migliorare le condizioni dei migranti bloccati in Libia”. In primo luogo, ha spiegato, bisogna “permettere un registro completo e appropriato dei migranti per garantire che le persone vulnerabili o che hanno bisogno di protezione internazionale ricevano attenzione indipendentemente dalla loro nazionalità”. In secondo luogo, poi, ha invitato a “portare davanti alla giustizia i gruppi criminali che trafficano o riducono in schiavitù esseri umani”.

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