Terremotati, l’indecente burocrazia si accanisce su una 95enne

PEPPINA, 95 ANNI: SFRATTATA DA CASETTA DI LEGNO

PEPPINA, 95 ANNI: SFRATTATA DA CASETTA DI LEGNO, CHIEDE DI POTER MORIRE ACCANTO ALLA SUA CASA LESIONATA DAL TERREMOTOSta diventando il simbolo degli sfollati ma anche di un'indecente burocrazia!SE ANCHE PER TE E' UNA VERGOGNA CONDIVIDI E METTI MI PIACE AL VIDEO

Geplaatst door Silvia Sardone op Maandag 25 september 2017

A 95 anni vuole restare a vivere dove è nata, a Fiastra, nella provincia di Macerata colpita dal sisma, ma la sua casetta in legno per lo Stato è abusiva e per questo ora finirà sotto sequestro. E’ il ‘Resto del Carlino’ a raccontare la storia di Giuseppina Fattori, che dopo aver visto crollare la sua casa in seguito al terremoto in Centro Italia, ne ha fatta fare un’altra lì vicino in legno. “Ma la burocrazia l’accusa ora di aver realizzato un abuso edilizio” riferisce il quotidiano. E lei annuncia: “Io da qui non me ne vado”. E subito è scattata la mobilitazione di amici e conoscenti pronti ad appoggiarla al grido di ‘Salviamo Peppina’.

Le figlie dell’anziana avevano tentato di portare la madre con loro, prima a Castelfidardo e poi a Civitanova. “Ma una volta che era sola in casa ha chiamato un parente e si è fatta riportare a Fiastra: pur di rimanere vicino alla sua casa, ha scelto di vivere nel container che avevano acquistato dopo il terremoto del 1997, senza acqua, luce, bagno” riferisce il quotidiano. Condizioni di vita troppo difficili e precarie per la 95enne, e così le figlie decidono di costruirle una casa in legno, di 70 metri quadri, nel terreno edificabile lì di fianco alla casa familiare, sempre di loro proprietà.

Mancando però la concessione edilizia, il sindaco ha emesso un’ordinanza per fermare il cantiere abusivo.

Giuseppina ora chiede di poter restare dove ha vissuto per 75 anni con suo marito. “Abbiamo lavorato sempre, anche la domenica, per far studiare le figlie fuori. Avevamo tutto, e ora alla mia età non ho più nulla, in questa casetta non ho le mie cose, non trovo più niente. Ma almeno sono qui – conclude la donna –. Mi sento morire se penso di dover andare via, e dove poi? Non c’è un altro posto per me. In questa casetta non sento nemmeno più le scosse, mi sento sicura. Io voglio morire qui”. ADNKRONOS

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