TRIESTE – Attimi di panico e tensione ieri sera, attorno alle 20, nell’area del Silos accanto alla Stazione ferroviaria. Un gruppo di cittadini in sopralluogo, su iniziativa di “Stop prima Trieste” e “Noi nazionalisti forconi”, ha rischiato di essere aggredito da alcuni profughi, che stazionano nei capannoni fatiscenti, armati di spranghe metalliche. Gli stanieri, tra offese e minacce in un clima particolarmente acceso e minaccioso, hanno cercato di allontanare i triestini, tra cui due donne gridando “Qui è Kabul, non Italia” e ancora “Italia di m…” hanno ripetuto più volte. «Questa è casa nostra, non Kabul» hanno risposto Marco Prelz, Giacomo Sturniolo e Antonio Carrese.
«Cinque ragazzi ci hanno affrontato con delle spranghe dicendo “Qui non è Italia, questo è Kabul”, non è ammissibile perchè significa che lo Stato ha fallito. Hanno anche tentato di colpire le due donne della comitiva – prosegue – non vogliono aiuto, sono volgari e offensivi». Se la situazione non è degenerata è perchè ad un certo punto sono state chiamate le volanti della Polizia che hanno raccolto le testimonianze sull’accaduto: «Hanno tentato – riferisce ancora Prelz – di toglierci i cellulari dalle mani e di darmi un pugno in faccia ma alla vista dei poliziotti si sono allontanati e nascosti, ormai hanno ghetizzato l’area».